Anno XXV, n. 9 venerdì, 10 marzo 2023

SI AVVIA LA STAGIONE IRRIGUA DELLE INCOGNITE

IN VENETO INAUGURATO IL RIFACIMENTO DEL CANALE LEB ESEMPIO DELL’ITALIA CHE SA DISEGNARE IL FUTURO

SALVINI: “LE INFRASTRUTTURE IDRAULICHE SONO OPERE D’ARTE IL 16 MARZO SARA’ VARATO IL DECRETO ACQUA”

Consapevoli delle attese difficoltà per la prossima stagione irrigua, i Consorzi di bonifica si stanno attrezzando per rispondere al meglio alle esigenze delle campagne. Così, dopo quelle per il Canale Emiliano Romagnolo, sono iniziate, in Veneto, le manovre di invasamento per il Canale L.E.B. (Lessinio Euganeo Berico), fresco di inaugurazione del primo, grande intervento realizzato con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) di provenienza dal M.I.T.: si tratta dei lavori di rifacimento di un tratto d’alveo “a cielo aperto” (km. 4,6) da Belfiore a Veronella, finanziati con 20 milioni di euro dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e che consentiranno, riducendo le dispersioni, di recuperare  90 milioni di metri cubi di risorsa idrica all’anno.
Tali interventi interessano anche un secondo tratto d’alveo, lungo 8 chilometri da Veronella a Cologna Veneta e che sarà completato entro il 2025, grazie ad un ulteriore finanziamento di 33 milioni di euro; la ristrutturazione consentirà un complessivo risparmio annuale pari a 120 milioni di metri cubi d’acqua.
Grazie alle avanzate tecniche utilizzate per rendere impermeabile la struttura ed agli innovativi sistemi di distribuzione idrica, il rifacimento del canale permetterà di veicolare maggiori portate e garantirà al contempo una più efficace tenuta dell’infrastruttura, elevandone gli standard di sicurezza.
I lavori terminati nel canale sono stati realizzati in 270 giorni utili, in anticipo sul cronoprogramma; tutto il materiale preesistente delle vecchie lastre, pari a 17.900 metri cubi di inerte, è stato riutilizzato per realizzare lo strato drenante. Sono stati poi impiegati 287.000 metri quadrati (pari a 42 campi da calcio) di geotessuti e geosintetici, nonchè kg. 2.105.000 d’acciaio per la posa delle armature. Lungo 48 chilometri, in parte a “cielo aperto” (km. 16,25) ed in parte in condotto sotterraneo (km. 27,7), il canale Lessinio Euganeo Berico (L.E.B) è una delle più importanti infrastrutture irrigue d’Italia, nonchè la principale del Veneto; preleva le acque dal fiume Adige a Belfiore e nel suo percorso si dirama in un fitto sistema idraulico a beneficio di un comprensorio di 350.000 ettari di campagne, di cui 90.000 irrigui, nelle province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia.
“Un’opera d’arte” l’ha definita il Ministro Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, che ha preannunciato il varo del Decreto Acqua per il 16 Marzo prossimo: dovrebbe contenere, fra l’altro, l’indicazione della Cabina di Regia, al cui coordinamento l’esponente di Governo candida il proprio dicastero; il commissariamento di alcune opere in sospeso; lo snellimento degli iter burocratici.
Il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, aggiunge: "Quella inaugurata è un'opera pubblica, che è orgoglio della rete dei Consorzi di bonifica del Paese. È la prima realizzata con le risorse del P.N.R.R. a certificare l'efficienza del sistema consorziale per l’ambiente, l’agricoltura, l'occupazione."
“Rappresentiamo quella parte del Paese, che ha un’idea di sviluppo, legata alla valorizzazione del territorio e della distintività della sua economia – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – Di fronte alla crisi climatica è necessario attivare il Piano Idrico Nazionale ed avviare il Piano Laghetti per aumentare la capacità di trattenere le acque di pioggia; bisogna fare bene ed in fretta come dimostra l’esperienza dei Consorzi di bonifica. Per riuscirci è necessario semplificare le procedure, armonizzando un groviglio di competenze e troppo frastagliate.”

PARTE DALL’EMILIA ROMAGNA UNA STAGIONE IRRIGUA INCERTA ANTICIPATA PER I CAMBIAMENTI CLIMATICI

È la tracimazione controllata dall’invaso di Ridracoli ad aver dato benaugurante avvio ad una stagione irrigua altresì quantomai incerta in ampie zone del Paese.
“Va innanzitutto precisato che quanto avviene al grande bacino romagnolo è l’auspicabile funzione, cui dovrebbero rispondere anche i serbatoi previsti dal  Piano Laghetti presentato con Coldiretti, cioè creare riserva idrica per i momenti di bisogno – ha affermato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – Le conseguenze della crisi climatica stanno alterando i cicli colturali, evidenziando maggiori esigenze irrigue per mantenere la qualità del made in Italy agroalimentare e puntare ad una maggiore sovranità alimentare.”
“Di fronte allo sfioramento delle acque da Ridracoli, così come da alcuni bacini del Mezzogiorno, la riflessione da fare è se l’acqua in eccesso, pur nel rispetto delle esigenze ecosistemiche dei fondivalle, non sarebbe più opportuno deviarla con adeguate infrastrutture verso zone in difficoltà, invece, di farla terminare in mare. La Sardegna è un esempio virtuoso da prendere ad esempio” ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Intanto, l’avvio del pompaggio dal fiume Po all’impianto Palantone, per l’invaso dell’Attenuatore del fiume Reno, ha ufficialmente sancito l’inizio della stagione irrigua per il Canale Emiliano Romagnolo. Il C.E.R. (Canale Emiliano Romagnolo) è una delle più importanti opere idrauliche italiane, che assicura l’approvvigionamento idrico alle province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna, un’area tra le più produttive a livello internazionale sotto il profilo industriale ed agricolo; il territorio interessato dal sistema C.E.R. ha una superficie di 336.000 ettari, di cui 227.000 costituiti da superficie agraria (ha. 158.000 sono attualmente irrigabili con opere di distribuzione canalizzate).
Le previsioni, però, non sembrano rosee: “I dati evidenziano come le altezze idrometriche del fiume Po, in corrispondenza dell’opera di presa, ricalchino similmente l’andamento osservato nel 2022, con una tendenza in lieve calo – ha confermato Raffaella Zucaro, Direttrice Generale Consorzio di 2° grado Canale Emiliano Romagnolo (C.E.R.) – Questo potrebbe portare ad una situazione di criticità analoga a quella dello scorso anno, quando il livello del Grande Fiume toccò, proprio al Palantone, il nuovo minimo storico di 2 metri e 33 centimetri sul livello del mare.”
Dopo Palantone è prevista l’accensione delle pompe negli impianti Crevenzosa, Pieve di Cento e Savio; per il lungo tratto (circa cinquanta chilometri), che va dal torrente Sillaro al fiume Savio, il canale risulta invece già invasato, grazie agli apporti idrici invernali dei torrenti Santerno e Senio.
“Una notizia che, almeno in parte, ci conforta – sottolinea Nicola Dalmonte, Presidente del Consorzio C.E.R. -– L’anno scorso siamo riusciti a fornire l'acqua all’agricoltura anche in drastiche condizioni di severità idrica, effettuando manovre di presa soltanto con due delle quattro pompe idrovore di Palantone.”
Al contempo, l’ente consortile prosegue, nel polo tecnico-scientifico di Acqua Campus, la ricerca di nuove e più efficienti soluzioni per l’irrigazione come i progetti SUPERIRRI e PRATISMART o l’implementazione di servizi quali IRRINET e IRRIFRAME.

TOSCANA: ANTICIPATA LA CAMPAGNA IRRIGUA PER SOCCORRERE L’AGRICOLTURA

Si è aperta la stagione irrigua in Alto Valdarno: le imprese agricole servite dai distretti gestiti dall’omonimo Consorzio di bonifica (con sede ad Arezzo) possono presentare la richiesta di fornitura dell’acqua.
A fronte di una crisi climatica sempre più evidente,  l’ente gioca di anticipo e, messe in pressione le reti, è pronto a garantire la risorsa per difendere colture e raccolti.
I dati climatici, registrati nel 2022 hanno infatti suggerito di completare la manutenzione delle condotte e dei punti di consegna entro Febbraio per essere operativi già all’inizio di Marzo anziché, come accadeva in passato, dal mese di aprile inoltrato. Il comprensorio consortile, come tutta la Toscana, ha dovuto combattere con un quadro idricamente complesso, che ha fatto lievitare la richiesta d’acqua: le consegne sono salite fino a sfiorare i due milioni di metri cubi.
Non solo:  all’inizio della primavera si è dovuto attivare il servizio antibrina per proteggere gemme e fiori degli alberi da frutto dalle gelate notturne. Le previsioni per il 2023 non sono più rosee. Per questo, oltre che ad ampliare la stagione irrigua, a garantire un corretto funzionamento delle reti, a contrastare ogni spreco della risorsa, l’ente consorziale è impegnato ad intercettare le risorse necessarie per completare i distretti irrigui del Sistema Occidentale di Montedoglio, dove esistono da tempo bacini di accumulo ad oggi inutilizzati ed a realizzare il Piano Laghetti.

PUGLIA: APERTURA STAGIONE IRRIGUA

Constatata l’attuale disponibilità idrica per la distribuzione a scopi irrigui sia nel comprensorio irriguo Fortore sia nel comprensorio irriguo Ofanto, il Consorzio di bonifica Capitanata (con sede a Foggia) ha disposto l’apertura della stagione irrigua dal 1 Aprile p.v. .
Compatibilmente con le necessità tecniche manutentorie di carattere ordinario e straordinario,  l’ente consortile ha altresì disposto che, qualora si raggiungesse prima l’approntamento della rete, si potrà dare corso all’irrigazione in anticipo rispetto alla data fissata.

EMILIA ROMAGNA: CRISI IDRICA ED IRRIGAZIONE CHIESTA LA COLLABORAZIONE DEGLI AGRICOLTORI

Se la crisi idrica nel distretto del fiume Po non regala ottimismo (visti gli indicatori idro-meteo-climatici emersi nell’ultimo periodo, in perfetta continuità con il deficit accumulato già dallo scorso anno, con i laghi Maggiore e Garda ridotti al minimo storico e una prolungata scarsità di precipitazioni), il Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città ducale”) si attiva in anticipo sull’avvio della stagione irrigua, prevista nel comprensorio per il mese di aprile.
Al fine di fronteggiare per tempo tutte le possibili criticità causate dalla siccità, che investirebbe il territorio senza sostanziale interruzione temporale già da oltre un anno, l’ente consortile chiede la collaborazione diretta delle numerose imprese agricole, che insistono sul comprensorio corrispondente ad un’area di circa trentaduemila ettari.
Nei giorni scorsi si è tenuto un incontro con le associazioni agricole su queste tematiche e sui servizi che l’ente consortile, grazie alle informazioni ricevute dalle imprese, potrà mettere in campo per gestire al meglio la quantità d’acqua disponibile.
Oltre a questo è stato chiesto alle imprese agricole di adottare tutte le opzioni tecniche e tecnologiche per poter risparmiare risorsa, applicando metodi più efficienti.
Non a caso già dallo scorso anno, per incrementare l’efficienza del servizio d’irrigazione, l’ente consorziale ha incentivato l’utilizzo di tecniche irrigue ad alta efficienza per ridurre sensibilmente la quantità di risorsa utilizzata e consentire un significativo risparmio sugli importi del servizio irriguo (-10%); inoltre era stata anche introdotta la possibilità di effettuare una veloce operazione di prenotazione delle bagnature e che anche quest’anno potrà essere effettuata, telefonando al numero verde 800-220797.

OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

NON PIOVE PIU’ AL NORD LA SICCITA’ DISEGNA UNA NUOVA ITALIARIDRACOLI E’ L’OASI DI UN NORD INARIDITO

VINCENZI: “URGE UN’AUTORITA’ PER DIRIMERE INEVITABILI CONFLITTI D’INTERESSE”

La confortante immagine della tracimazione controllata dal bacino di Ridracoli a beneficio dei territori romagnoli è null’altro che quella di un’oasi in un Nord Italia ormai caratterizzato da un andamento pluviometrico mediorientale: è questa la tendenza, che emerge dall’analitica “fotografia” fornita dal report settimanale dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche.
La prima conferma arriva proprio dall’Emilia Romagna, dove al “troppo pieno” del grande invaso casentinese si contrappone il “troppo vuoto” dei serbatoi piacentini con il lago di Molato che trattiene 0,85 milioni di metri cubi d’acqua (l’anno scorso erano Mmc.1,82) a fronte di una capacità di Mmc. 8,50; a separarli ci sono gli Appennini (a Santa Sofia, il manto nevoso raggiunge cm. 76), una barriera climatica, che disegna due mondi profondamente diversi come confermano anche i fiumi del versante adriatico con Savio e Lamone abbondantemente sopra le medie del periodo; crescono comunque anche gli emiliani Secchia e Trebbia. Permangono drammatiche le condizioni, ma soprattutto le prospettive dei corpi idrici nel NordOvest d’Italia: in Piemonte, a Febbraio, il deficit pluviometrico è stato dell’87,3%, superando il 90% nei bacini dei fiumi Ticino, Toce, Agogna-Terdoppio, Orba, Residuo Po-confluenza Tanaro, Dora Baltea fino a toccare il 98,6% nell’area dello Scrivia Curone (!). La poca neve in quota (i bacini più deficitari sono quelli di Ticino e Toce, abbondantemente sotto media), non potrà, nemmeno nel prossimo futuro, offrire un sufficiente ristoro agli invasi regionali, che ad oggi trattengono solamente 90 milioni di metri cubi d’acqua, pari al 23% della capacità.
Le dighe Ravasanella, Ostola ed Ingagna contengono rispettivamente il 30%, il 25% ed il 27% dell’acqua, rispetto alla media di questo periodo.
Grave è la condizione dei corsi d’acqua, che restano ben al di sotto delle portate del 2022, nonostante un leggerissimo miglioramento dovuto probabilmente agli apporti dello scioglimento nivale: il Po tocca -73% sulla media storica, il Tanaro è a -74% sulla portata media di Marzo, la Stura di Lanzo  è -53% sulla media; in ulteriore calo sono Pesio e Stura di Demonte, ma soprattutto Sesia (quasi - 90% sulla media di marzo) e Toce (-70% ca.).
Il bollettino idrologico della Valle d’Aosta certifica che sulla regione sono piovuti mediamente meno di cinque millimetri in Febbraio, cioè un valore inferiore all’anno scorso (mm.10). La neve caduta è stata  mezzo metro inferiore alla media ed in alcune stazioni si sono registrati valori inferiori al minimo storico e l’indice SWE (Snow Water Equivalent) è dimezzato, così come la portata della Dora Baltea. Le temperature medie nel mese scorso sono state fino a 4 gradi sopra la media del decennio, le massime hanno toccato i 23 gradi e, nella seconda quindicina, lo zero termico si è registrato addirittura sopra i tremila metri! (fonte: Centro Funzionale Protezione Civile Val d’Aosta).
Anche l’inizio di Marzo è stato caratterizzato da piogge assenti o inconsistenti e da scarse precipitazioni nevose sulla fascia occidentale della regione, mentre una lieve crescita del manto nevoso si registra sulla fascia centrale e, in minima parte, su quella orientale.
Anche in Lombardia le riserve idriche sono inferiori a quelle del 2022 (-13,55% e -60% ca. sulla media storica): il dato più preoccupante riguarda la neve (circa il 13% in meno rispetto all’anno scorso e circa il 70% sotto la media storica), che a causa delle alte temperature sta velocemente sciogliendosi (-15% rispetto alla settimana scorsa); sconcertante è osservare l’anticipo rispetto al gravemente siccitoso 2022, quando l’esaurimento nivale in quota si registrò a Maggio (fonte: ARPA Lombardia). Tra i fiumi, un’impercettibile crescita di portata si registra in Adda (2 metri cubi al secondo dopo settimane di costante declino) e nel Serio; cala l’Oglio e restano sostanzialmente invariati i livelli del Mincio. In Liguria si registrano la crescita di livello del fiume Magra (ad oggi, + cm.10 sullo 0 idrometrico quando, però, l’altezza media di Marzo dovrebbe essere + cm. 48), ma le decrescite dell’Entella (- cm. 75 sotto la media mensile) e della Vara, nonchè l’invarianza del torrente Argentina (fonte: O.M.I.R.L. - Osservatorio Meteo Idrologico Regione Liguria).
Continua a destare profonda preoccupazione la condizione delle risorse idriche in Veneto: nel mese da poco concluso, infatti, sulla regione sono piovuti mediamente 3 millimetri d’acqua, quando la media sarebbe di mm. 60 (-96%)! Su tutti i bacini, il deficit mensile supera il 90% con i massimi toccati in quelli di Po, Lemene e Tagliamento (-98%). Sull’Alto Piave, la seconda metà di Febbraio è stata la più siccitosa degli scorsi 30 anni, mentre su Livenza-Lemene-Tagliamento peggio è stato solo nel 2006-2007. Il dato negativo di Febbraio fa aumentare anche il deficit pluviometrico sull’anno idrologico, che ora tocca -31%.
La temperatura media di Febbraio è stata di 2,6 gradi superiore alla media ma, nella seconda metà del mese, lo scarto è stato  di +8° (dopo il 1998 è il record da 43 anni); le alte temperature hanno conseguentemente causato la fusione dello scarso manto nevoso (dal 1° Ottobre, il deficit nivale è del 32% sulle Dolomiti e del 20% sulle Prealpi; in alcuni bacini fluviali,  la “bianca coltre” è inferiore al 2022: -10% per il Piave, -20% per Cordevole e Brenta).
A risentirne sono inevitabilmente le falde già esangui della pianura, con gravi deficit nell’alta pianura veronese (il calo in un mese è stato di cm. 25)  ed in quella vicentina e padovana (dopo una crescita consistente ad inizio anno si è registrato un crollo stimabile in circa 1 metro!); sull’alta pianura trevigiana, questo Febbraio estremamente secco ha portato i livelli di falda a valori pari od inferiori al minimo storico. Tra i fiumi, decresce vistosamente l’Adige (- cm.30), mentre il Piave cresce sorprendentemente di oltre ottanta centimetri, beneficiando di qualche rovescio locale e dello scioglimento delle nevi.
Restano invariati rispetto ad una settimana fa i livelli di Livenza (la cui altezza è 15 centimetri inferiore all’anno scorso), Brenta e Bacchiglione. Tra i grandi bacini naturali del Nord (tutti sotto media) c’è da registrare una leggera crescita di livello del Benaco, che resta però a pochi centimetri dal minimo storico;  il lago Maggiore cresce di 2 centimetri, mentre cala il Lario e resta invariato il livello del Sebino.
“L’imminente ed ormai difficilmente evitabile esplodere della crisi idrica  nel Nord Italia evidenzia l’urgente necessità che il Governo individui un’autorità con la potestà di dirimere inevitabili contrapposizioni fra interessi, rispettando le normative di legge” ha sollecitato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Nell’Italia centrale le precipitazioni di Marzo stanno dando un contributo importante alla rivitalizzazione dei corsi d’acqua e degli invasi lacustri. In Toscana, importanti precipitazioni si registrano sul Nord della regione ed in particolare sulla provincia di Lucca, dove sono caduti 100 millimetri di pioggia in pochi giorni.
A beneficiarne è principalmente il fiume Serchio, la cui portata si riporta in linea con le medie del passato; pur se in calo dopo gli exploit della settimana scorsa, il flusso in Arno resta di 97,50 metri cubi al secondo, mentre cala anche la Sieve. Nel settore meridionale della regione le piogge sono state più scarse, se non addirittura nulle, per cui l’Ombrone vede ridursi fortemente la portata. Fatta eccezione per la Potenza, decrescono i livelli dei fiumi nelle Marche.
Al contrario, le dighe (soprattutto quelle di Mercatale sul Foglia, Castreccioni sul Musone e San Ruffino sul Tenna) vedono crescere, come non accadeva da tempo, i volumi invasati (+ mln mc 3,8 in 7 giorni), toccando quasi i cinquantadue milioni di metri cubi d’acqua: un ottimo presupposto per una stagione irrigua senza eccessive preoccupazioni.
Meno incisivo è l’apporto pluviale in Umbria (circa cinquanta millimetri caduti in Febbraio). Si alza il livello del lago Trasimeno, che resta però ancora distante dal livello medio di Marzo (-1,11 contro -0,39), ma anche da quello di un anno fa (-1,02); in un mese è aumentato di 300.000 metri cubi, il volume invasato nella diga di Maroggia, mentre in una settimana è calato di oltre un metro, il livello del fiume Tevere nel basso corso umbro. Il deflusso tiberino decresce anche nel Lazio esattamente come l’affluente Aniene e come i fiumi Liri e Sacco nel frusinate; si alzano, invece, i livelli dei bacini lacustri di Bracciano e Nemi. Su Roma, le piogge registrano un ritardo quantitativo di oltre due mesi: dal 1° Gennaio 2022 ad oggi (circa quattrocentotrenta giorni), sono caduti infatti 560 millimetri d’acqua contro una media annuale (12 mesi) pari a mm. 743. In Molise, stabile è il livello del fiume Volturno, mentre la diga del Liscione vede diminuire il livello d’acqua invasata di circa ottanta centimetri in un mese, allontanandosi dall’altezza registrata nello stesso mese del 2022 (mancano m.1,70). Differenziata è la condizione dei fiumi in Campania: il Volturno cresce nel tratto prossimo alla foce a differenza del Sele, dove positive sono le rilevazioni a monte; in crescita è anche il Garigliano.
Un incremento di circa sei milioni e mezzo di metri cubi si registra negli invasi lucani, mentre per quelli pugliesi si può parlare di un vero e proprio exploit con un incremento di ben 18.300.000 metri cubi in una settimana, facendo salire il surplus sul 2022 a quasi sessanta milioni di metri cubi ed avvicinandosi, per la prima volta dopo anni, al volume totale invasabile. Infine, per quanto riguarda la Sardegna, si registra una leggera flessione nei volumi invasati, dovuta probabilmente alle prime irrigazioni. Rispetto allo scorso anno mancano però 110 milioni di metri cubi d’acqua, per cui l’autorità competente ha già segnalato un livello di pericolo per i bacini delle zone centro-orientale e nord-occidentale dell’isola, con adozione delle contestuali misure di mitigazione.
“La diversificazione di situazioni, che si stanno registrando lungo la Penisola, pone d’attualità la necessità di realizzare infrastrutture idriche per trasportare l’acqua da un territorio all’altro, superando anche antistoriche contrapposizioni, ma privilegiando l’interesse generale e poi riproponiamo con voce alta il Piano Invasi che ANBI e Coldiretti da tempo hanno messo a disposizione – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Contestualmente è necessario completare gli schemi idrici, la cui incompiutezza penalizza alcuni territori pur in presenza di disponibili risorse idriche.”

LOMBARDIA: INDISPENSABILI INVASO LAGHI, RICARICA FALDA, INVESTIMENTI STRUTTURALI

La situazione delle riserve idriche in Lombardia è sempre più critica: mancano oltre un miliardo e mezzo di metri cubi d’acqua, ossia il 60% in meno rispetto alla media di riferimento 2006-2020. In una settimana anche il manto nevoso si è ridotto tra il 15% e il 20% in assenza di precipitazioni significative. Si prospetta sempre più una situazione particolarmente difficile che rischia di travolgere l’agricoltura lombarda, che vanta, con i suoi 600.000 ettari, oltre il 23% della superfice irrigua nazionale.
ANBI Lombardia, intervenendo al Tavolo Regionale per gli Usi Irrigui, ha sottolineato che “resta assolutamente prioritario e non più rinviabile l’invaso dei laghi, riducendo sin da subito gli attuali deflussi, anche con deroghe al Deflusso Minimo Vitale (DMV), superando il limite dei giorni in deroga e rivedendo l’utilizzo della risorsa delle centrali termoelettriche a valle dei laghi. Mancano meno di 30 giorni all’avvio della stagione irrigua che parte, secondo le concessioni in essere, dal 1 Aprile: occorre quindi mettere in campo tutte le misure indispensabili a gestire al meglio l’acqua disponibile”. Sarà inoltre indispensabile mantenere e rafforzare il coordinamento con i gestori degli invasi idroelettrici, che rappresentano uno strumento chiave per affrontare la stagione estiva.
Tra gli interventi proposti, ANBI Lombardia ha ribadito l’esigenza di preservare le acque sotterranee con azioni di ricarica della falda e con un attento monitoraggio sul proliferare di richieste di nuovi attingimenti.
Guardando agli investimenti strutturali, la rete lombarda “necessita di interventi di potenziamento e di risorse per migliorarne l’efficienza, essenziali per far fronte con urgenza ai cambiamenti climatici, mantenendo così vive e irrigate le campagne per garantire la produzione di cibo, con tutti i benefici ambientali, sociali e culturali connessi da custodire insieme alla risorsa acqua sempre più preziosa”.

UMBRIA: SOTTOSCRITTO PROTOCOLLO DI LEGALITA’

Il Prefetto di Terni, Giovanni Bruno ed il Presidente Consorzio di bonifica Tevere Nera (con sede nella città umbra), Massimo Manni, hanno sottoscritto il “Protocollo di legalità per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti pubblici”.
Il documento intende salvaguardare la realizzazione di opere e la prestazione di servizi di interesse pubblico da ogni tentativo di infiltrazione da parte di gruppi legati alla criminalità organizzata, in grado di condizionare le attività economiche e finanziarie nei settori di pubblico interesse.
Le parti assumono l'obbligo, prima di procedere alla stipula del contratto d'appalto, ovvero all'autorizzazione ai subappalti e/o subcontratti, di acquisire dalla Prefettura competente le informazioni antimafia sul conto delle imprese interessate. Ulteriore impegno delle parti è quello di richiamare nei bandi di gara l'obbligo dell'osservanza rigorosa delle disposizioni in materia di collocamento, igiene e sicurezza sul lavoro e di tutela dei lavoratori in materia contrattuale e sindacale da parte delle imprese esecutrici a vario titolo di lavori, servizi e forniture.
Il documento pattizio, biennale e aperto all'adesione di ulteriori enti interessati, prevede anche delle clausole, che dovranno essere riportate nei bandi o comunque negli atti di gara e che le imprese interessate dovranno espressamente accettare e sottoscrivere in sede di stipula del contratto o subcontratto.

EMILIA ROMAGNA: UN NUOVO MANUFATTO PER EFFICIENTAMENTO DISTRIBUZIONE IRRIGUA

Sono in corso di ultimazione i lavori, realizzati dal Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia), per il potenziamento dell’impianto irriguo Magnavacca, nel territorio della città di Carpi: dal mese scorso, infatti, sono ripresi gli interventi all’interno del cantiere per la realizzazione del manufatto in cemento armato, che andrà a costituire la camera di alloggiamento per una nuova pompa di sollevamento (importo complessivo: € 180.000,00).
L’impianto irriguo Magnavacca è inserito nella rete irrigua del canale Quinto - Cavo Lama e svolge la funzione d’irrigazione, ricevendo l’acqua dal precedente impianto di Pratazzola, sollevandola mediante 3 elettropompe per il successivo impianto di Quartirolo seguito, a sua volta, da altri 3 impianti principali in cascata, ovvero Santa Croce, Gargallo e Panzano.
La struttura esistente necessitava di un intervento di adeguamento idraulico con l’installazione di una nuova pompa di sollevamento di portata variabile, idonea alle esigenze irrigue attuali; per poter consentire tale installazione era necessario modificare la struttura esistente e costruire ex-novo un manufatto in cemento armato per l’alloggiamento della pompa.

LOMBARDIA: AGGIORNAMENTO CANTIERI

Sul Naviglio Grande le attività di cantiere procedono in linea con i cronoprogrammi: a Robecchetto con Induno, il Consorzio d bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano) sta realizzando un ulteriore tratto lungo oltre settanta metri, di cui parte in demolizione e ricostruzione spondale e parte all’insegna del solo ripristino delle murature. Sempre sul Naviglio Grande, tra Vermezzo e Gaggiano, sono state effettuate verifiche per definire la capacità di assorbimento idrico da parte del fondo del Naviglio, cui seguiranno più approfondite indagini sul terreno di tipo stratigrafico.
Anche sul Naviglio Martesana le opere sono quasi giunte alla conclusione, mentre gli interventi lungo il Pavese, come da programmi iniziali, verranno completati nel corso della prossima “asciutta”. Sul Canale Villoresi, tra Somma Lombardo e Vizzola Ticino, contestualmente alle attività di formazione del rivestimento delle sponde in spritz-beton, si stanno effettuando campionature di controllo dei materiali impiegati per verificarne la corretta messa in opera.
L’impegno dell’ente consortile sul fronte della manutenzione non si esaurisce però sui Navigli e sul Canale Villoresi. A metà Gennaio è iniziato infatti un intervento sul canale derivatore di Magenta, tra Arconate ed Inveruno, lungo un tratto di circa quattrocentocinquanta metri, finanziato da Regione Lombardia in 2 lotti per poco meno di un milione di euro: l’uno di carattere più strutturale di ripristino della funzionalità idraulica e l’altro di tipo naturalistico, relativo ad un incremento del capitale naturale.
Sul Ticinello, in comune di Binasco, dalla fine dello scorso anno si sta procedendo al decespugliamento, alla rimozione dei sedimenti in alveo e alla conseguente realizzazione di una scogliera con massi ciclopici lungo un tratto di circa duecento metri. Le opere sono finalizzate ad accrescere la sicurezza idraulica del territorio.

EMILIA ROMAGNA: INIZIATI INCONTRI MONTANI

Il Consorzio di bonifica Piacenza (con sede in città) ha avviato una serie di incontri nel comprensorio montano per fare il punto sulle attività effettuate ed in corso, rinnovando il proprio impegno per la difesa del suolo: la sinergia con i Comuni è da sempre molto stretta ed è ora intenzione di rafforzarla. Nel Piano Nazionale Ripresa Resilienza (P.N.R.R.) non sono però previsti interventi diretti sulla montagna; rimangono quindi centrali i fondi stanziati dalla Regione Emilia Romagna anche tramite P.S.R. (Piano Sviluppo Rurale): su questa linea di finanziamento, l’ente consortile ha già avuto esito positivo per 31 progetti, 26 dei quali già terminati.
Durante l’incontro hanno preso la parola i Sindaci, che hanno ricordato l’importanza della manutenzione ordinaria in montagna, anche a beneficio della pianura.  L’ente consorziale gestisce nel comprensorio montano/collinare (superficie complessiva di circa millenovecento chilometri quadrati: kmq.1.400 in montagna e kmq. 500 in collina), 125 chilometri di viabilità di bonifica e 47 acquedotti rurali.
Il territorio montano e collinare dell’Appennino piacentino è caratterizzato da una elevata intensità di fenomeni franosi.
È secondo quanto stabilito da apposita Legge Regionale che viene programmata l’attività consortile in sinergia con il Nucleo Tecnico Politico per la Montagna, che si riunisce per la valutazione del piano di interventi sul dissesto idrogeologico da portare a termine con le risorse derivanti dalla contribuenza montana.

AGENDA

Il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverrà nella mattinata di lunedì 13 Marzo p.v. al convegno “Acqua, risorsa da gestire e conservare per la produzione del nostro cibo”, organizzato da Coldiretti Abruzzo nel Castello Orsini, ad Avezzano. Insieme al Presidente ANBI, Francesco Vincenzi, sarà invece giovedì 16 Marzo al teatro Almagià di Ravenna dove, a partire dalle ore 9.30, avrà luogo un’iniziativa promossa dal Consorzio di bonifica Romagna.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
Redazione: Via S.Teresa, 23 - 00198 Roma - Tel. 06/844321 - Fax 06/85863616
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