Anno XXIV, n. 32 venerdì, 9 settembre 2022

OSSERVATORIO ANBI RISORSE IDRICHE

SENZA INTERVENTI STRUTTURALI AL CENTRO NORD L’EQUILIBRIO IDRICO NON REGGE E LE RISERVE D’ACQUA FATICANO A RICOSTITUIRSI

Come previsto, le piogge d’Agosto, cadute in maniera disomogenea e con diversa intensità sull’Italia, non hanno risolto la condizione di conclamata crisi idrica, presente in diverse zone del Paese già dall’estate 2021 e risolvibile ormai solo nel medio periodo.
Ne è esempio il Piemonte dove, nonostante le precipitazioni del mese scorso (mm.80,5 pari a +5,9%), persistono situazioni di forte deficit pluviometrico proprio in bacini già colpiti dalla siccità 2021 (fonte: ARPA Piemonte): Agogna-Terdoppio (-35,8%) Residuo Tanaro (-32,2%); Residuo Po-Confluenza Tanaro (-45%); seppur oggi in ripresa, restano un significativo  segnale d’allarme i deficit di portata registrati il mese scorso in alcuni, primari corsi d’acqua: Stura di Demonte, (-61%), Tanaro (-54%), Stura di Lanzo (-41%)! Ancora più emblematica è la situazione della Valle d’Aosta, dove in Agosto sono caduti mediamente 60 millimetri di pioggia (media storica: mm.85) e la temperatura ha sfiorato i quaranta gradi: l’ indice SPI (Standardized Precipitacion Index) a 12 mesi indica che  la fascia centro-meridionale della regione è in una condizione  di siccità estrema; la Dora Baltea registra attualmente una portata di circa quarantanove metri cubi al secondo, mentre il mese scorso era pari a mc./sec. 69,7 mc/s.
“L’Italia è di fronte ad un drammatico dilemma meteorologico per le prossime settimane: auspicare copiose piogge, esponendo però il territorio ai gravi rischi, conseguenza di anni di mancati investimenti nella prevenzione idrogeologica oppure sperare in condizioni climatiche regolari, ben sapendo però di permanere in una condizione idrica di forte sofferenza”: ad evidenziarlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, commentando i nuovi dati dell’Osservatorio ANBI Risorse Idriche.
La situazione più evidente è quella delle falde sotterranee, la cui ricarica necessiterebbe di lunghi periodi di pioggia costante: in Veneto e Toscana, ad esempio, nonostante le recenti precipitazioni, si registrano, in molti casi, livelli inferiori ai minimi precedenti.
Nello specifico, in Veneto, dove le precipitazioni agostane hanno segnato + 20% sulla media regionale, si registrano deficit superiori anche al 100%, mentre in Toscana  i piezometri posizionati lungo la fascia costiera delle province di Grosseto, Livorno, Pisa e Lucca hanno rilevato livelli negativi mai raggiunti prima: le situazioni più gravi ad Alberese e Castagneto Carducci; sono invece tornate su livelli normali le falde della piana fiorentina-pratese-pisana, dove le piogge di Agosto  hanno registrato surplus fino al 170% (fonte: Centro Funzionale Regionale Protezione Civile).
Al Nord i livelli dei grandi bacini naturali permangono largamente al di sotto della media storica e distanti da quanto registrato lo scorso anno comunque secco. Nonostante un’evidente ripresa, il fiume Po rimane sotto i minimi storici e la portata a Pontelagoscuro non riesce  a raggiungere i 450 metri cubi al secondo, soglia minima per contrastare la risalita del cuneo salino.
In Lombardia, le portate del fiume Adda continuano a scendere, arrivando a mc./sec.56, mentre le riserve idriche, stoccate negli invasi, sono inferiori di quasi il 58% rispetto alla media storica e di oltre il 62% nel confronto con l’anno scorso. In Emilia-Romagna, le portate dei fiumi restano esigue (unica eccezione, il Savio) e nel caso dell’Enza sono inferiori anche al minimo storico mensile. Sul fronte pluviometrico restano in zona rossa i bacini montani dal Parma al Trebbia, nonostante i 120 millimetri di pioggia, caduti nel mese di agosto. Le dighe piacentine sono praticamente esaurite, trattenendo complessivamente circa  ottocentomila metri cubi, cioè poco più di quanti vi fossero nel siccitosissimo 2017.
Nonostante il positivo andamento d’Agosto (+20% ca.), in Veneto resta deficitario l’andamento pluviometrico da Ottobre 2021 (inizio dell’anno idrologico): mediamente mm. 666 (-35%), che rappresentano il dato più basso nei recenti 30 anni e addirittura si dimezzano in provincia di Rovigo. Attualmente il fiume Adige è quasi quattro metri sotto le zero idrometrico (record negativo dal 2012),mentre il livello della Livenza è 1 metro sotto all’anno scorso e -40 centimetri rispetto al 2017; va infine segnalato che, in Agosto, il Bacchiglione ha registrato una portata inferiore del 62% rispetto alla media storica, arrivando a toccare anche -80%.
Un andamento climatico contrastato si registra anche in Toscana, dove alle violente precipitazioni di metà Agosto, soprattutto sulla  Valdarno e sulla porzione orientale dei bacini dei fiumi Ombrone e Fiora, si contrappone un deficit di pioggia fino al 35% sul bacino del Magra e sulle isole. I fiumi della regione restano tutti fortemente sotto media con Serchio, Bisenzio, Ombrone, Cecina ed Era, che si attestano  al di sotto del Deflusso Minimo Vitale, mentre molti affluenti minori, così come nei bacini costieri, sono addirittura asciutti; anche l’Arno ha segnato una modestissima portata di  6,63 metri cubi al secondo. Nelle Marche i corsi d’acqua tornano ai livelli del 2021 (uno degli anni idricamente  peggiori nella regione), se non addirittura più bassi (ad esempio, il fiume Potenza),mentre gli invasi  trattengono ormai solo 34 milioni di metri cubi d’acqua: un volume superiore solo al critico 2021.
“Nonostante la critica situazione idrica, i Consorzi di bonifica ed irrigazione sono riusciti a rispondere alle esigenze del territorio e di un’agricoltura, martoriata dalla siccità – evidenzia Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Le condizioni climatiche hanno però comportato un incremento del 30% nei costi operativi che, complici gli insostenibili incrementi nei prezzi dell’energia, rendono irraggiungibile il pareggio di bilancio, previsto per legge, senza aggravare di ulteriori oneri i consorziati.  Per questo abbiamo chiesto e continuiamo a sollecitare un intervento pubblico a sostegno dei bilanci dei Consorzi, evitando così onerose ricadute sulle economie delle famiglie e dell’agricoltura.”
Un andamento di precipitazioni quantomai diversificato si è registrato anche in Umbria, dove sono mediamente caduti 70 millimetri di pioggia: si va dai mm.3,6 di Forca Canapine sui monti Sibillini ai mm. 143,6 su Monteleone di Spoleto. Nel Centro Italia è il Lazio a subire le maggiori conseguenze della siccità con Tarquinia, che sta confermandosi località meno piovosa d’Italia con soli mm. 117 da inizio d’anno (solo mm.1,7 in Agosto). Se il lago di Nemi appare in leggera ripresa, continuano a destare preoccupazione le condizioni dei fiumi Tevere, Aniene e Liri.
Al Sud, i fiumi della Campania non segnalano particolari sofferenze, mentre i volumi trattenuti negli invasi della Basilicata si sono ridotti di oltre cinquantasette milioni di metri cubi in un mese, così come in Sardegna, dove i bacini delle dighe sono calati di quasi centotrenta milioni di metri cubi di risorsa conservata, ma restano in linea con la media del periodo, attestandosi complessivamente ad oltre un miliardo e centotrentacinque milioni di metri cubi d’ acqua. Infine, ancora meglio va in Puglia dove, superata la grande richiesta irrigua, i bacini principali contengono circa centoquarantadue milioni di metri cubi d’acqua, cioè un surplus di 26 milioni sull’anno scorso.

CARO ENERGIA: L’ORIGINALE ESPERIENZA DEI CONSORZI DI BONIFICA ED IRRIGAZIONE PENALIZZATA DA ARCAICHE VISIONI INTERPRETATIVE

VINCENZI: “PER LO SCAMBIO SUL POSTO CHIEDIAMO QUANTO GIA’ CONCESSO ALLE FORZE ARMATE

“E’ paradossale che sia la ragione sociale di un’originale esperienza italiana di sussidiarietà, quale i Consorzi di bonifica ed irrigazione, ad essere il motivo di loro inammissibilità ai benefici dello scambio energetico sul posto: infatti, sono stati stralciati dallo scorso Decreto Aiuti, poiché non sono un tradizionale ente pubblico, ma semplicemente liberi cittadini, che si uniscono per gestire  interessi comuni essenziali, quali la salvaguardia idrogeologica e la gestione delle acque di superficie. In questo modo, però, si penalizza l’impegno civile in  favore del bene di tutti, costringendo i consorziati a farsi carico di ingiustificate bollette, anche quando gli enti sono produttori di energia da fonti rinnovabili.”
Ad affermarlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, di fronte alle prospettive del caro energia, che già oggi prevede un importo complessivo 2022 quintuplicato ed incrementato di oltre trecentoquarantotto milioni di euro per gli enti consortili associati. A concorrere a tale straordinario aumento è anche l’eccezionale andamento climatico, caratterizzato da siccità ed alte temperature, che sta comportando un +30% tra oneri gestionali e consumi energetici, quantificabili in oltre seicentomila Megawattora annui.
I Consorzi di bonifica ed irrigazione, assimilati perlopiù ad enti economici, sono in realtà esperienze democratiche di autogoverno del territorio, obbligate per legge a chiudere i bilanci in pareggio ed i cui costi di gestione ordinaria sono ripartiti fra i consorziati, dimostrandosi esempio di federalismo fiscale applicato e di efficienza operativa, che solo chi è radicato sul territorio può garantire.
“I Consorzi di bonifica ed irrigazione – ha aggiunto Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – sono produttori di energia rinnovabile, idroelettrica e fotovoltaica, ma ne possono utilizzare solo la minima parte necessaria all’esercizio dell’impianto in loco; il resto della produzione la devono cedere ad un ente gestore per poi riacquistarla ad un prezzo maggiorato. Di fronte al caro energia ribadiamo, con ancora più forza, la nostra richiesta di poter utilizzare l’energia autoprodotta  anche per la gestione degli altri impianti dell’ente consortile.”
“Chiediamo – ha concluso Vincenzi – di poter godere di quanto già concesso, ad esempio, alle Forze Armate, cui ci accomuna la funzione pubblica svolta, permettendo ai Consorzi di bonifica ed irrigazione l’utilizzo dell’energia autoprodotta per tutti i compiti d’istituto e non solo a servizio dell’impianto di produzione.  Ciò, accanto ad un urgente intervento del Governo per abbattere gli oneri dei rincari energetici, darà respiro e prospettiva a bilanci consortili, il cui equilibrio altrimenti peserà solamente sulle economie familiari ed agricole, comportando aumenti dei prezzi al consumo e pregiudicando la competitività del made in Italy agroalimentare . Nel momento, in cui si discute di tassare gli extraprofitti, perché continuare a garantire ingiustificate rendite di posizione ai gestori elettrici?”

LA FONDAMENTALE FUNZIONE DELLE ASTE IRRIGUE

NONOSTANTE LA GRANDE SICCITA’ L’ACQUA DEL CER SALVA I RACCOLTI DELLA FOOD VALLEY ITALIANA

ANBI: “IL PARADOSSO È CHE I COSTI ENERGETICI ORA PREGIUDICANO IL FUTURO DELL’AGRICOLTURA CHE PRODUCE CIBO”

Nella stagione più siccitosa di sempre solo le manovre idrauliche straordinarie, eseguite dal Consorzio di 2° grado  Canale Emiliano Romagnolo – C.E.R. (con sede a Bologna) nei momenti più critici per i livelli del fiume Po, hanno salvato la stagione in uno dei più importanti “giacimenti” dell’agroalimentare “made in Italy”, consentendo anche la consegna dell’acqua al potabilizzatore di Ravenna nel periodo di massima presenza turistica lungo la costa adriatica ed alimentando al contempo le oasi ambientali di Valle della Canna e Punta Alberete.
“Questa importante azione sul territorio – ha reso noto Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – comporterà però un raddoppio della bolletta a carico dell’ente consortile e che raggiungerà i 9 milioni di euro.”
La stagione dell’irrigazione, che volge ormai al termine e i dati resi noti sugli utilizzi delle acque prelevate dal Canale Emiliano-Romagnolo, la principale asta irrigua del Paese  (290 milioni di metri cubi, distribuiti attraverso i Consorzi di bonifica)  confermano, infatti, il ruolo determinante, svolto  per il mantenimento dei livelli produttivi nella stagione più impegnativa di sempre.
La siccità del 2022 si iscrive, infatti, al primo posto fra le annate più aride dall’inizio delle rilevazioni idro-meteo-climatiche in Europa ed il C.E.R. ha rivestito  un ruolo centrale negli equilibri idrici dell’area servita (336.000 ettari, di cui ha. 227.000 di superficie agraria nelle province di Ravenna, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini), rappresentando anche un elemento di indubbia rilevanza  nel composito scenario idrologico dell’intera pianura Padana. Le complesse azioni idrauliche operate in tutte le stazioni consorziali hanno consentito una gestione razionale dell’acqua disponibile, grazie a manovre idrauliche straordinarie, messe in atto, non senza difficoltà viste le basse quote idrometriche, soprattutto nel mese di Luglio e ad inizio Agosto.
“Un contributo di rilievo, nell’ottica complessiva della sostenibilità ambientale, è anche l’apporto che il Canale Emiliano Romagnolo assicura alle oasi ambientali del territorio, importanti per habitat e biodiversità” ha aggiunto il Presidente del Consorzio C.E.R., Nicola Dalmonte.
“Questa complessa, quanto fondamentale azione di gestione idrica, che ha  comportato un incremento dei costi operativi,  è oggi ulteriormente gravata dall’incontrollato ed abnorme incremento nei prezzi dell’energia – ha proseguito Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Senza adeguati interventi pubblici a sostegno dei bilanci dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, tali aumenti ricadranno ulteriormente sulle economie familiari con maggiori prezzi nello scaffale e paradossalmente anche su quell’agricoltura, che produce cibo e che tanto ci si è impegnati a salvaguardare in un’ottica di autosufficienza alimentare del Paese.”
Ora l’attenzione si deve rivolgere comunque anche a ciò, che si potrà fare a livello sistemico per migliorare, in modo resiliente, un contesto sottoposto periodicamente a stress idrici ormai troppo frequenti da sostenere senza nuovi ed ulteriori investimenti mirati.
“Da oggi fino al termine effettivo della stagione irrigua ad Ottobre, gli studi approfonditi dei nostri laboratori in campo si concentreranno sull’analisi capillare dell’aspetto agronomico-colturale, generato in questa stagione così critica. Sarà importante comprendere le singole percentuali di utilizzo di risorsa idrica da parte delle singole colture per comporre un complesso bilancio idrico di sistema, importante per la pianificazione del futuro più immediato” ha concluso la Direttrice Generale del Consorzio C.E.R., Raffaella Zucaro.

VENETO: CAUSA NUTRIE, CROLLA ARGINE NEL VERONESE

Non sembra avere fine la vera e propria emergenza causata dell’insediamento delle nutrie lungo i corsi d’acqua, soprattutto nella bassa veronese: tratti d’argine crollati, strade che risultano a rischio di percorribilità, pericolose fuoriuscite d’acqua sono i principali problemi causati dal lavorio dei  grossi roditori.
Una situazione di costante emergenza, che costringe ormai da anni il Consorzio di bonifica Veronese (con sede nel capoluogo scaligero) ad una continua allerta per intervenire prontamente appena si crea il pericolo, senza alcuna possibilità di preveder, dove si verificheranno i crolli e, quindi, di programmare gli interventi.
Il più recente caso si è verificato in comune di Legnago: in località Scalvin-Passiva, una tana di nutrie ha fatto letteralmente crollare l’argine dello scolo Focchiara costringendo mezzi e uomini dell’ente consortile ad intervenire prontamente per ricostruire l’argine e permettere il sicuro deflusso delle acque. Questi roditori impegnano l’ente consorziale con spese per centinaia di migliaia di euro ogni anno, nonostante in Veneto tali animali siano oggetto di piani di contrasto ed eradicazione.

TOSCANA: TAGLIO IN QUOTA SULL’ARNO

Si è concluso lo spettacolare intervento degli operai volanti  sul fiume Arno a Capolona: in un suggestivo scorcio, accessibile solo attraverso una proprietà privata, si è svolta in quota la delicata operazione studiata dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo).
Le alberature secche e malate, potenzialmente pericolose  per il deflusso delle acque e per le opere idrauliche presenti, sono state rimosse con la tecnica del “tree climbing”. Sono stati eliminati alcuni olmi soffocati dall’edera e colpiti da grafiosi, un fungo che attacca le alberature, causandone un progressivo deperimento ed esponendole a un elevato rischio di crollo.
L'Arno in molti punti risulta inaccessibile e ci sono aree impossibili da raggiungere con i mezzi meccanici e, in qualche caso, difficili  anche a piedi. In questo caso si è reso necessario ricorrere all'intervento di operatori qualificati, che hanno provveduto ai tagli dall’alto ed al successivo recupero del legname, condotto sulla sponda opposta  con un verricello per essere poi riportato sul piano di campagna con l’ausilio di un trattore.
L’operazione rientra in un progetto di manutenzione ordinaria dell’Arno, interessante, oltre a Capolona, i comuni di Arezzo, Subbiano e Castel Focognano per un investimento complessivo che sfiora i centottantamila euro: un' “operazione sicurezza”, approvata da Regione Toscana e che viene organizzata annualmente dall’ente consortile in tutto il comprensorio  in collaborazione con i Comuni ed i cittadini.

UMBRIA: APPROVATA MESSA IN SICUREZZA IDROGEOLOGICA

Dopo un lungo e complesso iter tecnico-amministrativo, iniziato nell’anno 2017 e che ha visto coinvolti il Consorzio di bonificazione Umbra (con sede a Spoleto, in provincia di Perugia), la Regione Umbria e l’Autorità di Bacino Distrettuale Appennino Centrale, è stato finalmente disposto l’aggiornamento del PAI (Piano stralcio di Assetto Idrogeologico) Tevere per la riperimetrazione delle fasce di pericolosità, a seguito degli interventi di sistemazione idraulica, realizzati dall’ente consorziale nel bacino del torrente Renaro - Rio Tabito ad Assisi e Spello.
Aree a confine fra i due comuni sono state, quindi, dichiarate ufficialmente messe in sicurezza dal rischio idrogeologico, con effetti giuridici di eliminazione dei relativi vincoli urbanistici; in particolare, le dette aree sono oggi tutelate fino ad eventi con probabilità di accadimento, stimata fino ad oltre 200 anni.
Nel dettaglio, l’intervento ha avuto origine dalla località Capitan Loreto e dopo avere attraversato l’area industriale di Capodacqua ad Assisi è terminato in località Il Castellaccio nel comune di Spello. Le opere idrauliche sono consistite, tra l’altro, in un’area di accumulo temporaneo, ampia circa due ettari e nel ripristino delle pertinenze fluviali del torrente Renaro e del Rio Tabito per circa tre chilometri.
Dall’ente consorziale fanno sapere che l’attività di messa in sicurezza dei territori a rischio idrogeologico della valle umbra prosegue e si è ora in attesa del completamento dell’iter tecnico-amministrativo per l’aggiornamento della fasce di rischio del fiume Topino e del fiume Timia nei comuni di Bevagna e Cannara, a seguito del completamento di un primo stralcio di opere di sistemazione idraulica.

TOSCANA: RISANAMENTO DEI MURI DI SPONDA

Il Consorzio di bonifica Medio Valdarno (con sede a Firenze) ha allestito il cantiere lungo la Strada Provinciale Vecchia Pratese per i lavori di ripulitura, riparazione e ristuccatura dei muri di sponda interno ed esterno lungo il lato destro del torrente Agna a Montale: un intervento urgente e necessario, considerate le condizioni di vetustà delle murature che, oltre a non garantire una buona tenuta dal punto di vista idraulico in caso di piene, lasciavano cadere sassi e pezzi di cemento sulla viabilità stradale.
L’Agna, complice anche la grande siccità, è completamente asciutta in questo periodo e permetterà presumibilmente di lavorare con tranquillità per i prossimi 90 giorni previsti per il compimento dei lavori, che valgono poco meno di ottanta mila euro interamente derivanti dalle risorse consortili raccolte con il contributo di bonifica.
Si continua così, tratto dopo tratto, un importante lavoro  sulle numerosissime murature presenti lungo i corsi d’acqua, al fine di consegnare alle prossime generazioni un patrimonio di opere idrauliche risanate.

EMILIA ROMAGNA: PER UNA NUOVA AGRICOLTURA

Contrasto al dissesto idrogeologico e diffusione di un nuovo, ma antico tipo di agricoltura, che preservi ulteriormente il suolo e garantisca la riproduzione dei suoi fondamentali servizi ecosistemici: sono questi gli obbiettivi fondamentali del progetto europeo Life AgriCOlture, che si svolge negli Appennini reggiani, modenesi, parmensi, per iniziativa dei Consorzi di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia) e Burana (con sede a Modena), Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano, con il supporto tecnico di Crpa (Centro ricerche produzioni animali) SpA.
Le sistemazioni idrauliche suggerite  agli agricoltori vanno nella direzione della tutela del paesaggio e del contrasto al degrado della terra con aumento delle superfici fondiarie coltivabili e delle produzioni agricole. Con il Patto per il Suolo, Parco, Bonifiche, il cui Protocollo d’Intesa è stato recentemente presentato al castello di Sarzano di Casina, gli agricoltori si impegnano a promuovere un nuovo tipo di governance sostenibile del suolo.

LOMBARDIA: PRESENTATO PROGETTO IRRIGATE

Al di là degli interventi sulle infrastrutture di stoccaggio e di distribuzione delle risorse idriche, il miglioramento gestionale dei diversi sistemi di irrigazione resta il principale strumento, in grado di dare risultati immediati in termini di efficienza e di conseguente riduzione dei fabbisogni: come è stato ricordato nelle recenti iniziative di divulgazione del progetto IrriGate, questo vale non solo per la pluvirrigazione, ma anche per l’irrigazione a scorrimento; dimostrazioni in questo senso sono arrivate dall’attività di sperimentazione in campo, condotta nell’ambito di questo progetto, che coinvolge il Consorzio di bonifica Garda Chiese (con sede a Mantova).
Agendo sulla geometria e sulla sistemazione del terreno, nonché analizzando le dinamiche di spagliamento durante l’adacquamento, secondo le sperimentazioni condotte è possibile arrivare ad una riduzione dei volumi d’acqua fino al 20%.  Un obiettivo importante che può essere raggiunto su più ampia scala, dove l’irrigazione “a scorrimento” conserva la sua piena validità, sia sotto il profilo del contenimento dei costi operativi che per le indubbie ricadute ambientali.
Da questo punto di vista, la rilevazione e l’analisi dei dati, condotte da ANBI Lombardia grazie al CeDATer, restano fondamentali  per la comprensione delle dinamiche in scala di bacino.

LAZIO: PRIMO ACCORDO OPERATIVO PER BANCA DATI CATASTALE

È stato siglato da ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Lazio ed ANBI Lazio, come previsto dall’apposito Protocollo d’Intesa siglato nel 2020, il primo accordo operativo per la creazione di una banca dati catastale.
Si tratta di un impegno volto alla creazione di un sistema informatizzato, capace di tenere insieme diverse informazioni oggi in possesso dei singoli Comuni e dei singoli Consorzi di bonifica: dalle cartografie all'assetto fondiario con i valori catastali, che saranno l'ossatura di un portale web-gis, che avrà 2 diversi livelli di accesso (libero ma con informazioni limitate per tutti i cittadini, studenti e professionisti; dedicato per le Amministrazioni Pubbliche).
Questo primo accordo operativo  è parte di un programma di lavoro nato per rafforzare le attività di prevenzione e manutenzione del territorio, incardinato in un sistema organico di relazioni e collaborazioni per consentire maggiore efficacia, risparmi e servizi migliori ai cittadini”.

CAMPANIA: CONTRIBUTO SMALTIMENTO ACQUE METEORICHE ECCO IL PERCHE’

Il Consorzio di bonifica Bacino Inferiore Volturno (con sede a Caserta) ha inviato ai Comuni la richiesta di pagamento, riguardante lo scarico delle acque meteoriche durante il mese di luglio.
Al contempo, l’ente consortile ha ritenuto opportuno precisare il perché di tale contributo. I sistemi fognari comunali sono tutti di tipo “misto”, ossia provvedono all’allontanamento sia delle acque nere che delle acque meteoriche, mediante le medesime tubazioni. Per rendere efficace il ciclo di depurazione, che si svolge negli impianti di depurazione, i sistemi fognari comunali devono scaricare parte delle acque, ormai già sufficientemente diluite, in canali consorziali, mediante un’opera che funge da “troppo pieno”.
Tanto avviene ed è così normato perché sono i canali recettori consortili, che garantiscono l’allontanamento delle maggiori acque meteoriche. È questo il motivo, per cui sono i Comuni ad essere assoggettati al contributo di scarico, in qualità di titolari primari del servizio di pubblica fognatura.
In considerazione anche degli obblighi indotti da apposita Legge Regionale il “Bacino Inferiore Volturno” ha già sottoscritto con le Amministrazioni Comunali oltre trenta convenzioni di scarico per le acque meteoriche, disciplinando le modalità di pagamento.

VENETO: OPEN DAY  TRICOLORE  PER IL CENTENARIO

Cento anni fa veniva posta la prima pietra di una delle più grandi idrovore del Veneto e d’Italia: l’idrovora di Ca’ Bianca, a Chioggia, nel comprensorio del Consorzio di bonifica Adige Euganeo (con sede ad Este, in provincia di Padova).
L’impianto, completato tra il 1926 ed il 1928, riveste tutt’oggi un ruolo fondamentale per la sicurezza idraulica di una vasta area della Bassa Padovana, poiché mantiene asciutto,  in coordinamento con altri impianti, un territorio di centomila ettari  tra Monselice, alle pendici dei colli Euganei ed il mare Adriatico.
Per celebrare questo importate anniversario l’ente consorziale, insieme a comitati cittadini ed associazioni del territorio, ha organizzato nel contesto delle festività di San Rocco un partecipato “open day”, durante il quale, grazie alla guida dei tecnici consortili è stata raccontata la storia dell’impianto ed il suo ruolo per la sicurezza idraulica del territorio.
Ad impressionare il pubblico è stata soprattutto  la bellezza degli interni del manufatto: un vero salto nel tempo perché, accanto ai moderni motori elettrici, ci sono ancora le “chiocciole”, che ospitano vecchi motori diesel, nonché la vecchia officina, dove gli operai manutentavano i macchinari.
A notte, per l’occasione, l’idrovora è stata illuminata con i colori della bandiera italiana, rinnovando lo spettacolo delle “Idrovore tricolori” del Festival Terrevolute 100.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
Redazione: Via S.Teresa, 23 - 00198 Roma - Tel. 06/844321 - Fax 06/85863616
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