Anno XXIII, n. 31 venerdì, 30 luglio 2021

OSSERVATORIO ANBI SULLE RISORSE IDRICHE:

LE MARCHE BOLLONO, IL PIEMONTE È TROPICALIZZATO, IL FRIULI VENEZIA GIULIA È SEMPRE MENO “CATINO” D’ITALIA

Secondo l’Osservatorio ANBI Risorse Idriche è il Piemonte, il paradigma di quanto bisogna attrezzarsi a gestire nell’immediato futuro: nei territori a Sud della regione, dove fino a ieri si segnalava carenza d'acqua per l'irrigazione ed  a Giugno era caduto fino al 90% di pioggia in meno, le cronache raccontano di corsi d’acqua in piena, strade chiuse per allagamenti così come nel Biellese, nel Vercellese e  nel Torinese, dove  violenti eventi meteo  hanno costretto a chiudere importanti vie di comunicazione, creando forti disagi al territorio; solo pochi giorni fa, le portate dei fiumi stavano calando e l’esemplare Bormida era scesa al 30% della portata. La “fotografia” della regione ricorda inoltre che solo due settimane fa c'era stata un'altra ondata di violento maltempo, seguita a quella del mese prima, ma che al contempo, a causa della sofferenza idrica, in alcuni comuni dell'Alessandrino è stata razionata l'acqua.
“Il paradossale succedersi di criticità per eccessivi o scarsi volumi d’acqua sul territorio – ha sottolineato Francesco Vincenzi, Presidente Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue (ANBI) – evidenzia il bisogno di nuove infrastrutture per calmierare il regime idrico e contrastare le conseguenze di cambiamenti climatici, che costano annualmente  7 miliardi di euro al Paese. Il nostro Piano di Efficientamento  della Rete Idraulica presenta, per il Nord Italia, 241 progetti definitivi di manutenzione straordinaria; oltre a ciò, sono previsti interventi di disinterrimento per 9 bacini contestualmente al completamento di altri 4 ed alla realizzazione di 13 nuovi invasi. L’investimento richiesto al Nord è pari a € 1.784.559.260,80 capaci di attivare quasi 9.000 posti di lavoro.”
A Nordest, i corsi d’acqua veneti restano con portate  superiori agli anni scorsi, ma è interessante notare come il vicino Friuli Venezia Giulia, notoriamente uno dei “catini” d’Italia, non sia esente, secondo l’European Drought Observatory, dal processo di inaridimento del bacino adriatico, registrando un andamento pluviometrico discontinuo con record localmente negativi. Restando al Nord, i livelli dei laghi di Garda  e Maggiore sono costantemente sopra la media del periodo, ora raggiunta anche dal Lario, il cui territorio è stato colpito da disastrosi eventi meteo; resta invece abbondantemente sotto media l’Iseo, mentre il lago d’Idro ha raggiunto il 37,9% delle proprie disponibilità idriche. Pur abbondantemente sopra i livelli medi consueti, sono in calo i corsi d’acqua valdostani, così come il Po, che nel tratto fra Piacenza ed il Ferrarese  torna a livelli di crisi, avendo portate dimezzate rispetto alla media.
Se l'Adda in Lombardia beneficia delle piogge, continuano a precipitare le portate dei  fiumi dell’Emilia Romagna:  solo l'Enza accenna una timida ripresa, mentre  il Trebbia scende sotto il minimo storico mensile; anche i bacini piacentini di Mignano e Molato registrano i minori volumi del recente quadriennio. La discontinuità è caratteristica dell’andamento dei fiumi in Toscana, dove  il Serchio stabile e la Sieve in crescita sono sopra media, mentre sono sotto media l’Arno  e l'Ombrone che, pur aumentando la portata, resta però ancora lontano dai livelli di  Minimo Deflusso Vitale (fonte: Centro Funzionale Regione Toscana).
Resta grave la situazione nella Marche, dove le piogge anche violente hanno ristorato le assetate campagne, ma non hanno portato sostanziali miglioramenti alle condizioni deficitarie di fiumi ed invasi: i corsi d’acqua hanno livelli idrometrici inferiori agli scorsi anni ed i bacini trattengono quasi cinque milioni in meno del siccitoso 2017. Va inoltre segnalato che la temperatura media registrata negli scorsi 8 mesi  è superiore di ben 4 gradi a quella abitualmente registrata!
“Questo quadro, che va inserito nel progressivo inaridimento della dorsale adriatica, va guardato con molta preoccupazione, perchè rischia di pregiudicare fortemente l’economia di  territori, dove agricoltura e turismo sono asset  portanti” ha commentato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI.
Nel Lazio sono in calo i livelli dei laghi di Bracciano e Nemi, ma anche del fiume Tevere, mentre cresce il Liri. In Campania, le portate dei fiumi Sele e Volturno sono in calo, mentre si registrano valori in crescita per Sarno e Garigliano; in calo anche il lago di Conza e gli invasi del Cilento, tutti comunque abbondantemente sopra i volumi del 2020. Infine, le alte temperature continuano a richiedere forti apporti idrici per le campagne di Puglia e Basilicata: nella prima regione le riserve idriche, comunque confortanti, sono scese di circa dieci milioni di metri cubi in una settimana, mentre in Lucania sono calate di quasi nove  milioni (fonte: Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale).

SICCITA’, L’ORTOFRUTTA DELLA ROMAGNA SALVATA DAL CANALE EMILIANO ROMAGNOLO

ANBI: INCENDI E TEMPESTE SONO FACCE DI UNA STESSA MEDAGLIA

Mentre incendi e tempeste si accaniscono in diverse parti d’Italia, è uno straordinario quanto preoccupante  record, quello fatto registrare dal Consorzio di 2° grado C.E.R. - Canale Emiliano Romagnolo (con sede a Bologna): i prelievi idrici dal fiume Po sono al livello più alto mai raggiunto a questo punto della stagione irrigua; la quota derivata ha infatti  toccato i 220 milioni di metri cubi!
I volumi mediamente attinti  dal Grande Fiume nell’ultimo decennio (2011-2021) ammontavano finora a  161 metri cubi  al secondo e l’anno peggiore  era risultato il siccitoso 2012, in cui il prelievo era salito fino  a quota 218 milioni di metri cubi. A questo computo numerico, che palesa la situazione idricamente sempre più critica del comprensorio romagnolo, vanno  aggiunti i circa dieci  milioni di metri cubi prelevati dal fiume Reno.
Anche l’ultima perturbazione, infatti, non ha interessato i territori della Romagna e se in Emilia lo stress idrico ha messo in grave difficoltà  le colture di pomodoro ed  i prati stabili per la produzione di Parmigiano Reggiano (recente è però  la deroga amministrativa al Deflusso Minimo Vitale per prelievi emergenziali dai torrenti appenninici), è solo ed esclusivamente il Canale Emiliano della Romagna.
“E’ stato necessario irrigare maggiormente, perché sono mancate le precipitazioni, che hanno finora caratterizzato le stagioni primaverili – ha commenta il Presidente del Consorzio C.E.R. – Canale Emiliano Romagnolo, Nicola Dalmonte – Se da una parte è piovuto poco più della metà della media stagionale, dall’altra le temperature sono aumentate di 2 gradi, rispetto alla media storica.”
A conferma dell’eccezionalità dell’annata in corso c’è  anche la criticità evidenziata dai cosiddetti “picchi di portata”, che nel Canale Emiliano Romagnolo hanno raggiunto mc. 55 al secondo.
“Pur provvedendo in modo efficiente alle necessità  idriche, va detto che la concomitante assenza di piogge rende non facile lo stesso funzionamento dell’opera “ ha dichiarato il Direttore Generale del Consorzio C.E.R., Paolo Mannini.
“Ancora una volta – ha aggiunto Francesco Vincenzi, Presidente ANBI - il Consorzio Canale Emiliano Romagnolo  si dimostra  elemento insostituibile per il valore, che la disponibilità idrica rappresenta in questo territorio, ma è prioritario individuare fonti integrative di approvvigionamento per aumentare i volumi erogabili e far fronte ad un futuro sempre più complesso da affrontare con le attuali infrastrutture.”
“Ricordiamo al proposito – ha concluso Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – che il Piano di Efficientamento della Rete Idraulica da noi presentato per l’inserimento nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede 858 progetti definitivi, capaci di attivare oltre ventunomila posti di lavoro, grazie ad un investimento pari a € 4.339.137.530,77. Farraginosità burocratiche permettendo, l’avanzato iter procedurale garantirebbe il rispetto dei tempi dettati dal Next Generation EU, che prevede la conclusione e la rendicontazione dei lavori entro il 2026.”

                                                                    

VENETO: ATTIVI PER FAR FRONTE AL CLIMA IMPAZZITO

I Consorzi di bonifica veneti, che insistono nelle aree pedemontane (in particolare gli enti consortili Brenta con sede a Cittadella, in provincia di  Padova e Piave con sede a Montebelluna, in provincia di Treviso), sono stati impegnati nel prevenire e nel mitigare i danni di una forte e prolungata ondata di maltempo, che ha creato numerosi danni a campagne e centri abitati a causa di grandine e forte vento. In particolare, i danni maggiori si sono verificati nel vicentino, a Nord del capoluogo, a causa di una forte grandinata e nell'alto padovano, nel bassanese, nel trevigiano con lo scoperchiamento di tetti, allagamenti, alberi abbattuti.
Il personale consorziale è rimasto pertanto all’opera anche di notte per cercare di portare alla normalità il prima possibile le aree più colpite, soprattutto liberando le strade da rami e alberi. Sempre in riferimento agli eventi meteorologici violenti accaduti in questo Luglio molto instabile, il Consorzio di bonifica Bacchiglione con (sede a Padova) ha rivolto un appello alla cittadinanza ed ai Comuni per tenere puliti il più possibile i tombini, le caditoie e le bocche di lupo dei centri abitati, onde evitare allagamenti causati dagli intasamenti della rete urbana di scolo.
Nel complesso, in tutte le aree colpite dal maltempo, le Amministrazioni Comunali hanno espresso grande apprezzamento per il lavoro svolto dai Consorzi di bonifica.
Tra siccità e maltempo il mese di luglio di quest'anno si è presentato piuttosto piovoso, soprattutto nella zona di pedemontana. I dati delle prime 2 settimane del mese, raccolti nel Bollettino ANBI Veneto Disponibilità Risorsa Idrica, dimostrano che già al 15 Luglio era piovuto l'82% della media mensile. In attesa dei dati complessivi dei 30 giorni è evidente che il mese è significativamente più piovoso rispetto agli altri anni, in virtù soprattutto delle frequenti precipitazioni in area prealpina.

ANBI: DAL PIANO INVASI ALLA PREVENZIONE IDROGEOLOGICA.

DAI CONTRATTI DI FIUME IN TOSCANA ALLA FILIERA LEGNO IN PUGLIA: LE CONCRETE RISPOSTE DEI CONSORZI DI BONIFICA PER UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO A SERVIZIO DEI TERRITORI

“Oltre al Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza, a Gennaio arriveranno 400 milioni di euro per il nuovo Piano Invasi, mentre è  al vaglio della Corte dei Conti, il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che destina 228 milioni ad interventi di prevenzione idrogeologica. Ora c’è davvero la possibilità di un nuovo modello di sviluppo per abbandonare la logica delle emergenze, che costano annualmente 7 miliardi di euro al Paese senza considerare i drammi umani”: ad affermarlo è  stato il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano,  intervenuto a Pratovecchio, in Toscana, ad un workshop, promosso dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo),  nell’ambito del Contratto di Fiume Casentinese H2O.
“E’ necessaria un’alleanza trasparente fra Consorzi di bonifica, Autorità di bacino e Regioni nei confronti dei Ministeri per ottenere il massimo dai fondi del Next Generation EU senza essere costretti a restituire finanziamenti inutilizzati a Bruxelles” ha proseguito il DG ANBI.
Un esempio di “buona pratica” arriva dalla Puglia, dove un progetto risponde con i fatti alla retorica ancora prevalente, quando si parla di consumo del suolo e cambiamenti climatici: si chiama “Filiera Legno” ed è stato predisposto dal Consorzio di bonifica montana del Gargano (con sede a Foggia)  in Accordo di Programma con Regione Puglia, Arif (Agenzia Regionale per le attività Irrigue e Forestali), Ente Parco Nazionale del Gargano.
“L’iniziativa – ha precisato Francesco  Vincenzi, Presidente ANBI -  si colloca nell’attuale scenario  del Green New Deal, della transizione ecologica e di tutti quei progetti in grado di coniugare la valorizzazione di risorse del territorio con la creazione attività di grande valenza economica e sociale, in un quadro di sinergie istituzionali.”
“Tale progetto – ha aggiunto il DG  ANBI – può rappresentare l'occasione per aprire al mercato volontario dei crediti di carbonio ed a tutti i cosiddetti servizi ecosistemici. La crescente aridità di alcuni territori ormai riguarda anche la dorsale adriatica italiana: è questa una sfida vera per il Paese, ma nel Mezzogiorno ha un obbiettivo in più, cioè quello per l'utilizzo delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per le quali occorre recuperare vuoti di progettualità.”
Il progetto Filiera Legno interessa una superficie boscata di oltre trentasettemila ettari, pari ad un quarto della superficie boscata pugliese, di cui quasi ventiduemila di proprietà pubblica. Nel corso di un convegno, tenutosi a Foggia ed aperto dall’intervento del Presidente del Consorzio di bonifica montana del Gargano, Eligio Giovanbattista Terrenzio, sono state presentate le attività svolte ed i risultati di classificazione ottenuti, come pure le prove di incollaggio, su castagno, pino d’Aleppo, abete bianco, faggio, cerro, nonché le valutazioni di carattere economico – ambientali di un eventuale investimento su specie forestali per lo più autoctone e prossime protagoniste nel comparto del legno in edilizia, in costante crescita in Italia per i numerosi vantaggi ecologico-prestazionali della materia prima.
Le imprese della filiera del legno (dalle cooperative agroforestali a quelle, che si occupano della prima trasformazione, nonché le altre dell'edilizia e del mobile) sanno ora di poter contare sull’enorme giacimento verde non solo del promontorio del Gargano, nell’ambito del quale è stata svolta la sperimentazione, ma anche dei Monti Dauni, nel rispetto dei canoni della gestione forestale sostenibile.
“E’ bene infatti ricordare – ha concluso Vincenzi – che il successo delle politiche di sostenibilità ambientale non può prescindere dalla compatibilità con le sostenibilità economiche e sociali.”

PIEMONTE: NUOVE SPERIMENTAZIONI SULLA GESTIONE DELL’ACQUA IN RISAIA

La gestione dell’acqua di risaia è stata al centro del Farm Field Day per presentare la piattaforma sperimentale Riswagest, nata da un progetto finanziato da Regione Lombardia e frutto della collaborazione tra Ente Nazionale Risi, Università degli Studi di Milano e Torino ed Associazione Irrigazione Est Sesia (con sede a Novara).
L’appuntamento, presso il Centro Ricerche sul Riso a Castello d’Agogna, è stato l’occasione per presentare i risultati ottenuti nelle annate 2019 e 2020 dall’applicazione della tecnica AWD (Alternate Wetting and Drying), un sistema di irrigazione che, alternando  periodi di asciutta a periodi di sommersione nella risaia seminata in acqua, viene utilizzata nell’ambito del progetto Medwaterice (https://www.medwaterice.org/).
Il progetto  vede la parternship di 11 enti di ricerca e imprese nel bacino del Mediterraneo e ha l'obbiettivo di sperimentare in aziende pilota soluzioni irrigue per ridurre l'utilizzo idrico nelle risaie. Il contributo dell’AIES è fondamentale per la zonazione del territorio della Lomellina in aree più o meno idonee all'applicazione dell’AWD.

RICONOSCIMENTO UNESCO A PROGETTO CONSORZIO DI BONIFICA IN FRIULI VENEZIA GIULIA AL MUSEO DELL’ACQUA LEDRA-TAGLIAMENTO

“La gestione idrica in Italia è prioritariamente una sfida culturale: l’acqua non deve essere un problema, ma una grande possibilità di crescita per il nostro Paese, che può vantare esperienze di valore internazionale nell’ottimizzazione d’uso della risorsa, perché disponibilità d’acqua e sicurezza idrogeologica sono asset indispensabili per lo sviluppo delle comunità”: ad affermarlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI, intervenuto da remoto ad un convegno organizzato dalla CIA alle sorgenti del fiume Nera, nelle Marche.
Per questo, assume ulteriore rilevanza, la menzione speciale attribuita dall’Unesco al Consorzio di bonifica Pianura Friulana (con sede a Udine) che, nell’ambito del concorso internazionale “La Fabbrica nel Paesaggio”, ha presentato l’idea di costituire un Museo dell’Acqua/Ledra-Tagliamento, quale “museo vivente” e “riserva della biosfera”, progetto particolarmente apprezzato dalla commissione di valutazione per qualità, opportunità ed originalità. Il fiume Tagliamento è infatti considerato l'unico dell' arco alpino a conservare l'originaria morfologia, che ne fa un originale ecosistema di straordinario pregio ambientale. Il progetto è un ulteriore tassello dell’offerta di “musei dell’acqua”, creata dai Consorzi di bonifica ed irrigazione e già meta di tendenza per quel turismo “slow”, che sta riscoprendo il grande patrimonio rappresentato dalla rete idraulica del Paese.
“E’ proprio a questo trend, che sarà dedicata la prossima Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione a cavallo tra Settembre ed Ottobre – ha anticipato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – La sostenibilità ambientale non può prescindere, infatti, dalla compatibilità con le sostenibilità economica e sociale.”
Il concorso internazionale “La Fabbrica nel Paesaggio” è proprio ispirato ai criteri dello sviluppo sostenibile ed alla realizzazione di un rapporto equilibrato tra bisogni sociali, attività economica ed ambiente nell'accezione definita dalla Convenzione Europea del Paesaggio; giunto alla XI edizione, ha consentito alla Federazione Italiana dei Club per l’Unesco di divenire una voce importante nella valorizzazione di proposte rispettose delle caratteristiche naturali e storiche dei siti.
“Il riconoscimento Unesco – ha commentato Rosanna Clocchiatti, Presidente del Consorzio di bonifica Pianura Friulana - è uno sprone a continuare l’impegno per il progresso delle nostre comunità e per lasciare alle future generazioni un patrimonio naturale di incomparabile valore, custodito nella sua preziosa biodiversità.”
Non è un caso, infatti, che la Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua sia l’unica delle 11 “iniziative faro” del Programma Idrologico Unesco ad avere sede legale in Italia. La Rete conta attualmente 60 membri (musei e patrimoni dell’acqua), che fanno registrare ogni anno oltre trenta milioni di visitatori ed è gestita dal Centro Internazionale Civiltà dell’Acqua onlus, in collaborazione con l’Università di Venezia.

PUGLIA: CONFRONTO SULLE RISORSE IDRICHE

È stato un confronto concreto e costruttivo quello tenutosi tra Antonio Tutolo, Presidente Commissione Affari Generali Regione Puglia ed i vertici del Consorzio di bonifica Capitanata (con sede a Foggia).
La valutazione delle possibilità di reperire risorse idriche aggiuntive da destinare all’agricoltura è stato l’argomento principale dell’incontro; si è parlato delle proposte realizzabili nel breve tempo come le progettualità di infrastrutture previste nel “Piano delle Acque”, nonché il  progetto che prevede il collegamento degli schemi  idrici del Fortore (Puglia) e del Biferno (Molise) e che necessita di un’intesa tra le Regioni contermini.
È stata argomento di confronto anche l’importanza strategica della diga di Piano dei Limiti, nonchè  le vicissitudini che hanno accompagnato il definanziamento dell’opera e l’attualizzazione della progettazione ai fini di un nuovo finanziamento. Non è mancato il riferimento all’utilizzo delle acque reflue affinate, sul quale è stato relazionato in merito ai quantitativi reperibili in tutto il comprensorio, alla qualità delle risorse, allo stato degli impianti già realizzati e di quelli in fase di realizzazione o progettazione.
Al termine,  il Presidente di Commissione si è impegnato  a riportare in ambito regionale  i problemi emersi, affinché vengano affrontati con la dovuta attenzione.

TOSCANA: AL VIA LAVORI ARGINALI

Il torrente Brana scende dalle colline sovrastanti la città di Pistoia, attraversa il centro storico secondo un corso fortemente regimentato fin da epoca remota, quando le acque venivano utilizzate quale forza motrice per lo sviluppo delle primarie attività economiche (opifici, frantoi, mulini) e poi per l’irrigazione dei campi e degli orti; più a valle, invece, già dalla prima periferia si sono via via realizzate le opere idrauliche più moderne, quali arginature e murature interne di consolidamento del piede arginale.
E’ proprio in questo tratto, in cui il torrente presenta un andamento con accentuate curvature, che i vecchi muri, le scogliere sono ormai precari e gli argini hanno ormai condizioni geometriche non adeguate a garantirne la tenuta nei confronti degli eventi di piena.
Per questo, il Consorzio di bonifica Medio Valdarno (con sede a Firenze), individuato quale ente attuatore da parte del Commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico, ha progettato, appaltato ed è pronto a partire per un totale rifacimento degli argini e delle sistemazioni di fondo interne per un investimento totale di 575.000 euro.
Continua così l’attenzione fattiva e concreta dell’ente consorziale verso il territorio di Pistoia, che è ricco di storia, natura ed economia basati sull’acqua, ma allo stesso tempo molto fragile.

EMILIA ROMAGNA: SI PROCEDE A PIENO RITMO

Un cantiere dall’operatività celere e che mantiene le corrette tempistiche sul cronoprogramma risultando, al momento, addirittura in anticipo sulla tabella di marcia; questo nonostante le criticità affrontate più volte, causa maltempo da quando, lo scorso Novembre, sono iniziati i lavori: esito positivo, dunque, per il sopralluogo del Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città ducale”) a Bocca d’Enza, nel comune di Sorbolo Mezzani, in occasione dell’avvio delle operazioni di posa in opera dei solai sul canale Mandracchio.
La posa delle lastre prefabbricate sulle pareti laterali rappresenta una delle fasi cruciali dell’intervento (importo complessivo: € 5.200.000,00) realizzato da un raggruppamento temporaneo di imprese sotto il coordinamento dell’ente consortile e concretizza il terzo lotto del progetto di lavori lungo l’intera asta del collettore a Sorbolo Mezzani; si tratta di lavori strategici per la Bassa Est Parmense (un territorio di oltre quattromila ettari, dove risiedono circa quindicimila persone), poiché consentiranno l’efficiente convogliamento delle acque della rete consortile con positive ricadute anche per le aree di Colorno, Torrile e parte del comune di Parma.

TOSCANA: CAMPAGNE PIU’ SICURE DAGLI ALLAGAMENTI

Un nuovo intervento è stato operato dal Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud (con sede a Grosseto), stavolta sul fosso dell’Infernaccio: nel corso d’acqua vicino all’abitato di Casciano di Murlo, si è provveduto provveduto al recupero di una scogliera di massi ciclopici lungo il versante sinistro.
Le esondazioni dell’ultimo inverno, infatti, avevano provocato una forte erosione con conseguente instabilità della scogliera, che aveva favorito successive esondazioni nei terreni agricoli vicini.
La manutenzione ordinaria dell’ente consortile, operata nel rispetto della flora e della fauna presenti, ha anche favorito il ripristino del regolare scorrimento delle acque verso valle.

LOMBARDIA: COMPLETATO TAGLIO DEL VERDE ACQUATICO

Solo qualche giorno fa le pagine milanesi di un noto quotidiano nazionale si sono occupate del taglio del verde acquatico da parte dei “giardinieri dei Navigli” ovvero dell’attività di manutenzione ordinaria dello storico sistema idrico e dell’ultimo tratto del Canale Villoresi (dove il fondo è naturale), più che mai necessaria durante la stagione estiva, quando il caldo e la luce contribuiscono a far proliferare la vegetazione in alveo.
Questo servizio è svolto in modo sistematico dalle imbarcazioni da lavoro di proprietà del Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano) in tratti particolarmente profondi e caratterizzati da forti correnti come sul Naviglio Grande tra Turbigo e Boffalora Sopra Ticino.
In settimana, con il completamento delle attività previste sul Naviglio Bereguardo, si è concluso il ciclo di tagli pianificati.

EMILIA ROMAGNA: PSR: AVVIATI 13 NUOVI INTERVENTI

Con il duplice obbiettivo di tutelare l’agricoltura dei comprensori gestiti e di contrastare i movimenti franosi, causati dal dissesto nelle zone collinari e montane, il Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia) ha dato il via ai primi progetti del Piano Sviluppo Rurale (P.S.R.) 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna, finanziato dall’Unione Europea:
13 interventi dall’importo complessivo di 1.370.000 euro (sulla totalità dei 31 approvati dalla Regione Emilia-Romagna per un valore finale di 3,5 milioni di euro) e che coinvolgeranno alcune aree di aziende agricole (oltre al reggiano nelle province di Modena e Parma), grazie ad una serie di investimenti in azioni di prevenzione allo scopo di ridurre le conseguenze delle calamità naturali e di cui beneficeranno anche i relativi territori limitrofi.
Nel dettaglio, gli interventi,  che riguardano opere drenanti con fossi a cielo aperto per regimazioni idrauliche di superficie, verranno realizzati, per la provincia di Reggio Emilia, in località Vogno nel comune di Toano (previsto, a breve, l’avvio degli interventi nel territorio di Castelnovo ne’ Monti); per quanto riguarda la provincia di Modena, in località La Libbra nel comune di Lama Mocogno, in località Ca’ Simone e Molino Battistoni nel comune di Pavullo nel Frignano, in località Casa Favale nel comune di Frassinoro, in località S. Martino, Casa Merciadro e Gombola nel comune di Polinago, in località Montegibbio nel comune di Sassuolo, in località Castelvecchio nel comune di Prignano, in località Fazzano nel comune di Serramazzoni,  in località Casa Ricci nel Ccomune di Palagano; per la provincia di Parma, infine, in località Vairo nel comune di Palanzano.
Con questa prima tranche di interventi, l’ente consortile conferma il suo fondamentale ruolo a supporto dell’attività agricola.

VENETO: NUOVO PROTOCOLLO D’INTESA NEL VENETO ORIENTALE

Il Consorzio di bonifica Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, in provincia di Venezia) ed il Comune di Musile di Piave hanno sottoscritto  un Protocollo per il potenziamento della rete idraulica con un importo complessivo degli interventi tra i 2 e i 4 milioni di euro. Il documento servirà alla stesura di un ambizioso progetto di fattibilità tecnica ed economica, che possa consentire l'accesso ad iniziative di finanziamento, tra cui il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Tra i lavori prioritari, oltre alla messa in sicurezza del territorio sul fronte idraulico, vi è l'adeguamento delle reti urbane del capoluogo, ma anche la realizzazione di tratti di percorsi ciclopedonali, che consentano di collegare importanti circuiti strategici, nello specifico quelli verso la gronda lagunare, lungo corsi d'acqua o su sedimi derivanti da tombamenti di canalette irrigue.
Il Protocollo d'Intesa ha una durata di 15 mesi dalla data di sottoscrizione; il progetto di fattibilità economica, invece, dovrà essere approvato entro 4 mesi, anche solo in linea tecnica.

TOSCANA: OLTRE LE EMISSIONI ZERO

L’obbiettivo di lungo periodo non è solo quello di centrare le “emissioni zero”, ma in maniera più ambiziosa di  addivenire ad una “impronta positiva”, cioè con una quantità di ossigeno prodotta, più alta di quella consumata: è  quanto emerge dal bilancio ambientale del Consorzio di bonifica  1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca).
Dopo il “numero zero” dello scorso anno, si può dire che quello di quest’anno è il primo vero bilancio ambientale dell’ente consortile, perché permette un confronto comparato tra le ultime 2  annualità; dal 2019 (anno della dichiarazione di emergenza climatica) al 2020, l’ente consorziale può così “misurare” i risultati delle sue azioni a favore dell’ambiente.
Oltre alla plantumazione di alberi, l’educazione ambientale, la collaborazione con le associazioni del territorio per la raccolta di rifiuti lungo alvei ed argini, il Consorzio di bonifica ha  dato vita ad un’importante molteplicità di azioni: dalla “manutenzione gentile” dei corsi d’acqua  al sistema di segnalazioni ambientali strutturato in modo ramificato sul territorio, dall’attivazione dell’URP (Ufficio Relazioni col Pubblico) telematico agli acquisti verdi, dalla partecipazione attiva ai Contratti di Fiume e di Lago alla “carta di identità” per i corsi d’acqua del comprensorio, in fase di stesura da parte un gruppo interdisciplinare, di cui fanno parte agronomi forestali, ingegneri e biologi.

LOMBARDIA: PIANO DI CLASSIFICA PRESENTATO VIA WEB

Il Consorzio di bonifica Media Pianura Bergamasca (con sede nel capoluogo orobico) ha dato avvio ad un primo ciclo di incontri di presentazione del nuovo Piano di Classifica attraverso 3 webinar rivolti alle utenze irrigue, extragricole ed alle Amministrazioni Comunali; tale Piano stabilisce gli indici ed i parametri per la quantificazione dei benefici ricevuti dall’attività dell’ente consortile e definisce il perimetro di contribuenza.
Approvata la delibera di presa d’atto del nuovo Piano di Classifica, l’ente consorziale ne provvederà alla pubblicazione; i Comuni ed i consorziati potranno formulare eventuali osservazioni entro 40 giorni.
È già stato previsto un ulteriore ciclo di incontri di presentazione del Piano nel periodo tra la pubblicazione ed il termine per la formulazione delle osservazioni.

SARDEGNA: ALLA LUCE DEL SOLE

Massima trasparenza e condivisione: sono le parole d’ordine del Consorzio di bonifica Nord Sardegna (con sede ad Ozieri, in provincia di Sassari), che ha convocato il Consiglio d’Amministrazione allargato alle associazioni di categoria: all’ordine del giorno, le cartelle dei ruoli 2018, recapitate nei giorni scorsi; si tratta di un tema centrale, sul quale spesso ruotano strumentalizzazioni, che creano confusione e divisioni.
Sul tema esiste anche un tavolo di lavoro consortile, pressochè permanente.   Le cartelle arrivate in questi giorni riguardano le tariffe dell’acqua 2018 stabilite in base al Piano di classifica approvato nel 2019.

VENETO: A CONFRONTO CON LA POPOLAZIONE

Presente il Sindaco, si è tenuto ad Arbizzano un incontro fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale di Negrar di Valpolicella per illustrare gli interventi, che il Consorzio di bonifica Veronese (con sede nel capoluogo scaligero) sta realizzando da circa due anni per migliorare la sicurezza idraulica del territorio dopo la disastrosa alluvione del primo Settembre 2018.
Grazie all’iniziativa di ente consortile, Protezione Civile e Regione Veneto si è riusciti ad accedere ad un finanziamento di 4.500.000 euro per realizzare opere strategiche ad iniziare dalla zona del fiume Adige per risalire lungo il territorio, arrivando ora al Vaio del Ghetto per poi proseguire con altri due interventi.
Tecnici dell’ente consortile hanno illustrato i lavori realizzati, tra cui lo scolmatore nel Progno di Negrar e il diversivo attorno a Corte Palazzina; è stato inoltre menzionato il problema innescato dall’urbanizzazione della Valfiorita, avvenuta negli anni ’80 e che ancora potrà causare problemi non del tutto risolvibili alla parte bassa di Arbizzano.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
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Redazione: Via S.Teresa, 23 - 00198 Roma - Tel. 06/844321 - Fax 06/85863616
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