Anno XXIII, n. 5 venerdì, 5 febbraio 2021

REPORT DELL’OSSERVATORIO ANBI

ACQUA CHE SCENDE, ACQUA CHE SALE: IL TOBOGA DELLE RISORSE IDRICHE

“Si mantenesse così…”: è questa l’ottimistica speranza di Francesco Vincenzi, Presidente Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue, di fronte ai dati dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, che segnala i livelli idrici progressivamente  allontanarsi  dai limiti di allerta delle scorse settimane, pur rimanendo saldamente al di sopra delle medie e delle portate degli anni scorsi, ad eccezione del 2019, quando si registrarono localmente , in questo periodo, disastrosi eventi meteo, che causarono frane, esondazioni e valanghe.
La regione più colpita fu l’Emilia-Romagna, dove scattò lo stato d’emergenza per l’esondazione del fiume Reno; altri straripamenti interessarono il Cecina (Toscana) ed il Sarno (Campania), mentre si registrarono le piene di Aniene, Serchio, Arno, Secchia ed il Po crebbe di 3 metri in sole 12 ore! Oggi quegli stessi corsi d’acqua segnalano livelli confortanti ad iniziare dall’Emilia Romagna, dove tutti i principali fiumi (Savio, Secchia, Taro, Enza e Reno) sono sopra la media del periodo; buona la condizione anche degli invasi piacentini, con Molato e Mignano, che trattengono 13,91 milioni di metri cubi d’acqua,  record del recente quinquennio. Sono in calo quasi tutti i fiumi piemontesi con la portata della Sesia crollata da 408 metri cubi al secondo a circa trentanove, mentre restano costanti i principali corsi d’acqua (Dora di Rhemes e Savara) della vicina Valle d’Aosta (fonte: Regione Autonoma), mentre la Dora Baltea registra una portata di mc/sec  28,2 contro una media del periodo pari a solo 3 metri cubi al secondo! Anche i livelli dei grandi laghi del Nord sono in calo, pur rimanendo sopra la media, ad eccezione del Lario.
Al Nord, il totale della riserva idrica, presente negli invasi artificiali e nel manto nevoso, è aumentato rispetto alla settimana scorsa (+15,7%). Rimane abbondante la neve su tutto l’arco alpino ed anche su buona parte della zona appenninica. Il parametro S.W.E. (Snow Water Equivalent) rimane prossimo ai livelli massimi e risulta superiore alla media del periodo 2006-2020 (+57.2%). In Lombardia, la portata del fiume Adda segnala la migliore performance del recente quinquennio, così come l’Adige in Veneto, dove sono ricchi di risorsa idrica anche gli alvei di Piave, Brenta e Bacchiglione. Il Po si mantiene in buona salute con un  +15% sulla portata dello scorso anno. Il mese appena concluso è stato particolarmente ricco di precipitazioni diffuse sul comprensorio padano (sia neve che pioggia)  con un ragguardevole +42% rispetto alla media di periodo (fonte: Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po). Positivo è l’andamento fluviale anche in Toscana con Arno, Serchio e Sieve ben al di sopra delle medie di periodo.
Buoni flussi idrici si registrano nei fiumi della Marche, seppur inferiori al Febbraio 2019, caratterizzato da copiosi eventi meteo. Nel Lazio, ricchi d’acqua sono i fiumi Tevere e Liri Garigliano,  così come l’invaso dell’Elvella (al colmo di pieno) ed i laghi di Bracciano e Nemi. I principali fiumi della Campania  (Garigliano, Volturno, Sele) registrano livelli idrometrici inferiori a quelli della settimana scorsa ma restano superiori alla media del quadriennio 2017-2020. In diminuzione sono i livelli del lago di Conza della Campania, mentre continuano a crescere, seppur di poco, gli invasi del Cilento. Infine, se gli invasi della Puglia segnano quasi settanta milioni di metri cubi d’acqua in più sul siccitoso 2020 (ma restano deficitari rispetto ad annate precedenti), è eccezionale la performance idrica in Basilicata, le cui riserve d’acqua sono cresciute, in una sola settimana, di 53 milioni di metri cubi, superando quota 418, cioè oltre centosessantuno milioni in più rispetto a 12 mesi fa e + 16 se confrontate col 2019.
“E’ una situazione, che fa ben sperare per le disponibilità idriche nei mesi a venire, guardando però con una certa preoccupazione allo sciogliersi delle cospicue quantità di neve presente sui monti – ha ricordato  Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - L’insufficiente rete di invasi, di cui è dotato il Paese, non solo permette che una ricchezza diventi minaccia, ma impedisce di sfruttare quello, che potremmo definire, il carburante del Green New Deal!”
“In questa delicata fase politica – ha concluso il Presidente  ANBI – ci corre l’obbligo di ricordare che, qualunque sia la soluzione di governo, la sistemazione del territorio, anche dal punto di vista idraulico, rimane la prima necessità infrastrutturale, di cui l’Italia abbisogna.”

GIORNATA MONDIALE AREE UMIDE

I CONSORZI DI BONIFICA COSTRUISCONO L’AMBIENTE: 180 AREE NATURALISTICHE 4 VOLTE LA SUPERFICIE DEL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO LAZIO MOLISE

Lungo la Penisola sono 180 le aree naturalistiche, cogestite dai Consorzi di bonifica per una superficie complessiva di 200.000 ettari, pari a 4 volte il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise: si va dai boschi planiziali lombardi alle lagune interne della Sardegna, dai laghi laziali dell’Agro Pontino alle aree di espansione delle piene in Emilia Romagna. A diffondere il dato è stata l’ANBI in occasione della Giornata Mondiale delle Aree Umide; slogan 2021: “Acqua, zone umide e vita”. Per zone umide si intendono  aree inondate d'acqua in modo permanente o stagionale; vi si includono paludi, stagni, laghi, fiumi, pianure alluvionali. A questi biotopi se ne aggiungono altri artificiali, perlopiù creati e idraulicamente gestiti in Italia dai Consorzi di bonifica: dalle risaie ai bacini per la fitodepurazione, dalle oasi naturalistiche alle casse di espansione.
“La nuova cultura ingegneristica, capace di abbinare esigenze idrauliche ed ambientali, trova nei Consorzi di bonifica, esempi d’eccellenza internazionale – ha commentato Francesco Vincenzi, Presidente ANBI  – Basti ricordare che la rinaturalizzazione del bacino scolante nella laguna di Venezia è considerato un esempio a livello mondiale.”
Il World Wetlands Day ha celebrato quest’anno  il 50° anniversario della Convenzione di Ramsar, trattato intergovernativo, che fornisce il quadro nazionale ed internazionale per la conservazione e l'uso  delle zone umide. I Paesi firmatari sono attualmente 171 e sono 56 le aree di importanza internazionale riconosciute in Italia (sono 13 quelle, che vedono coinvolti i Consorzi di bonifica).
“E’ un patrimonio, che possiamo implementare grazie anche al Piano Nazionale Invasi, per cui abbiamo pronti 218 progetti nella maggior parte già cantierabili; l’importo necessario è di circa tre miliardi di euro – ha ricordato, concludendo, Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI - Si tratta perlopiù di bacini medio-piccoli che oltre a trattenere le acque di pioggia, abbinando le funzioni di prevenzione idrogeologica e riserva idrica, arricchirebbero il territorio di nuovi ecosistemi fruibili dalle comunità locali. Il maggior numero di proposte (73) interessa il Veneto, ma è la Calabria, la regione, che abbisogna di maggiori investimenti (527 milioni).” 


                                                           
 

TOSCANA: UNDICI ZONE RAMSAR

Sono numerose, in Toscana, le aree umide cogestite dai Consorzi di bonifica o che semplicemente ricadono nei loro territori di competenza; la regione conta sul proprio territorio 11 zone umide di importanza internazionale, riconosciute ai sensi della Convenzione di Ramsar. A segnalarlo è stata ANBI Toscana, ricordando che su alcune di loro gli enti consorziali operano in maniera diretta, su altre contribuiscono alla loro esistenza, mantenendo l’equilibrio idrogeologico del territorio.
Le 11 aree umide sono il lago e padule di Massaciuccoli con la Macchia di Migliarino e la Tenuta di San Rossore, dove sta nascendo la più grande area di fitodepurazione europea ad opera del Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord, nonchè l’ex lago e padule di Bientina; ancora: il Padule di Fucecchio ed il lago di Sibolla nel territorio del Consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno (con sede a Pisa), dove con i progetti Life e post Life SOS Tuscan Wetlands si è intervenuti per il controllo delle specie aliene invasive ed il relativo ripristino degli habitat naturali, invertendo la tendenza di una drastica perdita di biodiversità; lo stesso ente consortile si occupa anche di una parte dell’area di Migliarino San Rossore. In provincia di Livorno, ecco il Padule di Bolgheri ed il Padule di Orti-Bottagone.
Si prosegue con la Maremma, dove si trovano il Padule di Scarlino (affidato al Consorzio di bonifica 5 Toscana Costa, con sede a Venturina Terme, nel livornese), il lago di Burano (un recente finanziamento della Regione Toscana permetterà al Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud di eseguire una serie d’interventi per la sicurezza idraulica), la laguna di Orbetello, il Padule della Trappola - Foce dell'Ombrone. Infine, c’è il Padule di Diaccia Botrona, dove sempre il CB6 (con sede a Grosseto) ha recentemente annunciato la realizzazione di una serie di isolette per offrire agli uccelli migratori un habitat più adatto alle loro migrazioni.

ANBI“PREOCCUPATI DAI RIPETUTI RITARDI, CHE SI TRADUCONO IN ONEROSE INFRAZIONI COMUNITARIE PER IL PAESE”

GARGANO: “PRENDERE ESEMPIO DALLA POSITIVA ESPERIENZA DEI CONTRATTI DI FIUME”

“I Contratti di Fiume, da noi sostenuti fin dall’inizio, sono una grande novità nella gestione partecipata del territorio, utile ausilio a scelte condivise, indispensabili per accelerare i processi decisionali, evitando ulteriori, onerose infrazioni comunitarie come quelle registrate in occasione delle Direttive Acque ed Alluvioni. Per questo, è utile continuare ad allargare l’applicabilità dello strumento che, dopo i Contratti di Foce e di Sorgente, potrebbe interessare anche le aree umide, indispensabili per mantenere l’ecosistema.”
A lanciare la proposta è stato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI, intervenuto ad un webinar patrocinato dalla Regione Sardegna.
“I Contratti di Fiume – ha proseguito il DG ANBI – sono un modello per lo sviluppo dei valori territoriali nel segno dell’originalità e della distintività, ma soprattutto sono strumento di resilienza davanti alla crisi climatica, le cui conseguenze sono accentuate da cementificazione ed abusivismo edilizio. Nella sicurezza del territorio bisogna abbandonare la logica, accentuata dall’emergenza Covid, del fare dopo; non è un caso che nel Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza siano tagliati i fondi afferenti alla transizione ecologica. Chiediamo, invece, che in tale Piano trovino spazio le progettualità esecutive, approntate dai Consorzi di bonifica ed Irrigazione, perché i fondi Next Generation Eu, unitamente a quelli della nuova Politica Agricola Comune, saranno una straordinaria opportunità per costruire il nuovo modello di sviluppo del Paese. Il timore, invece, è che il sistema Italia non riesca a mettersi al passo con i tempi dell’Unione Europea come dimostrano anche i nostri disattesi appelli per avviare il confronto fra tutti i soggetti interessati all’utilizzo dei reflui depurati, secondo quanto previsto da una Direttiva Comunitaria entro il 2024. L’ennesimo processo di infrazione pare dietro l’angolo!”

VENETO: RIPRISTINO SPONDALE

Il Consorzio di 2° grado Lessinio Euganeo Berico (con sede a Cologna Veneta, in provincia di Verona) ha avviato  un importante intervento di difesa spondale del canale omonimo, nel suo tratto iniziale, in località Zerpa di Belfiore.
Oggetto di tali lavori sono 2.500 metri dell’argine di separazione con il fiume Fibbio, un tratto storicamente critico, che riveste particolare importanza sotto il profilo della funzione irrigua e di bonifica.
La parte più importante del cantiere, la cui conclusione è prevista per fine Febbraio, è la realizzazione di circa due chilometri di diaframmatura per consolidare l’argine, interrompendone eventuali fenomeni di sifonamento in atto.

TOSCANANUOVA CATERATTA “IN HOUSE”

Una cateratta nuova di zecca sul canale Fanuccio di Ponente a Picciorana, in prossimità di Corte Cenci, per garantire la sicurezza idraulica e la corretta distribuzione d'acqua alle colture del territorio.
La struttura è stata realizzata dal Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord (con sede a Viareggio, in provincia di Lucca) che, dopo aver realizzato l'opera in acciaio zincato all'interno della propria officina centralizzata, l’ha poi installata col proprio personale. Adesso questa zona del territorio del comune di Lucca è più sicura e la corretta irrigazione dei suoi campi maggiormente garantita.
L'officina interna centralizzata è uno dei fiori all'occhiello dell’ente consortile.  In particolare, per la cateratta appena installata, è stato realizzato al tornio anche il meccanismo di scorrimento della vite di manovra. L'officina consente di poter realizzare opere per tutto il grande comprensorio consorziale, nonché assicura la costante manutenzione di mezzi e infrastrutture.

EMILIA ROMAGNA: NUOVO MURO PER IL COLLETTORE

L’attività di tutela e salvaguardia del territorio, operata dal Consorzio di bonifica Emilia Centrale (con sede a Reggio Emilia) è proseguita con  la messa in sicurezza del Collettore Impero, condotto di terra, dalla capillare funzione di scolo per le acque consortili, sito all’interno di un’area demaniale nel comune di Poviglio. La struttura esistente, costruita in mattoni, presentava un cedimento nella parte centrale.
Il crollo aveva causato profonde fessurazioni, che rischiavano di comprometterne la tenuta statica, provocando una pericolosa inclinazione a monte della botte. L’intervento, effettuato con fondi consorziali, si è reso necessario anche per scongiurare ulteriori cedimenti potenzialmente pericolosi per la circolazione stradale.
La nuova struttura, completamente ricostruita in cemento e dalle medesime dimensioni della precedente, è stata già correttamente armata ed ancorata alla platea di fondazione.

VENETO: RICONVERSIONE IRRIGUA

Il Consorzio di bonifica Veronese (con sede nel capoluogo scaligero) ha recentemente dato il via all’esecuzione degli interventi di trasformazione irrigua da “scorrimento” a  “pressione” per gli impianti di Palazzolo, Prabiano e Ca’ degli Oppi.
I lavori, il cui importo complessivo ammonta a 20 milioni di euro finanziati dal Fondo Europeo per lo Sviluppo delle Aree rurali, comporteranno un aumento di Km.166 nella rete di tubazioni consortili in pressione, passando da 834 a 1.000 chilometri, mentre la superficie agricola irrigata in pressione aumenterà di oltre duemila ettari, passando da ha. 9.736 a ha. 11.756. L’impianto attuale “a scorrimento” di Palazzolo nei comuni di Sona e Bussolengo, costruito circa settanta anni fa, sarà ammodernato con una nuova rete di tubazioni in ghisa sferoidale e polietilene ad alta densità. L’acqua sarà fornita alle aziende consorziate mediante turno settimanale.
La conclusione dei lavori è prevista per la primavera 2023. La conversione irrigua di Prabiano, che si concluderà nella primavera del 2022, riguarda una superficie di 563 ettari attualmente irrigata “a scorrimento” per gravità naturale da alcuni dispensatori secondari e terziari. Le caratteristiche tecniche del nuovo impianto “a pressione” sono simili a quelle di Palazzolo, ma in questo caso sarà costruita anche una nuova centrale di sollevamento. Infine, a Cà degli Oppi, nel comune di Oppeano, sarà riconvertito l’attuale impianto “a scorrimento”, che serve 550 ettari.
La conclusione dei lavori è prevista, come per Prabiano, per la primavera 2022.

TOSCANA: RETI IRRIGUE COMPATIBILI CON L’AMBIENTE

Buone notizie per il futuro dell’irrigazione della Valdichiana: è infatti arrivato finalmente il verdetto, che ha concluso iter procedurali lunghi e complessi, durati mesi: i progetti per la realizzazione delle 2  nuove reti, cui il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) sta lavorando, non dovranno essere assoggettati a VIA (Valutazione Impatto Ambientale).
Risposta identica per entrambe le future reti studiate dall’ente consortile  per ampliare il servizio di fornitura della risorsa idrica a decine di imprese agricole della vallata: la rete di distribuzione del distretto irriguo n. 23 del sistema occidentale di Montedoglio nei comuni di Foiano della Chiana, Castiglion Fiorentino, Lucignano e Marciano della Chiana;  la rete di distribuzione del distretto irriguo n. 8, in località Cardeta nel comune di Castiglion Fiorentino, alimentata dalla vasca di compenso n. 9 del sistema Montedoglio. Non essere assoggettati a V.I.A.  semplifica l’iter autorizzatorio e consente di risparmiare tempo prezioso.
In entrambi i casi il provvedimento dirigenziale di conclusione dell’iter adottato dalla Regione Toscana parla chiaro: in base all’esame istruttorio svolto sul progetto, la creazione delle 2 nuove reti non ha  effetti negativi, significativi sull’ambiente.
Ampliare le reti di distribuzione collettiva dell’acqua è indispensabile per consentire la crescita e lo sviluppo del settore agroalimentare, nonché per migliorare la qualità dell’ambiente, riducendo i prelievi autonomi, che finora rappresentano la forma prevalente di approvvigionamento della risorsa.

MARCHE: AVANTI CON IL PROGRAMMA DI AMMODERNAMENTO

Anche la sicurezza delle dighe è al centro dell’attività del Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro): è stato, infatti, approvato lo studio di rivalutazione sismica dell’impianto di Comunanza, che ora sarà sottoposto all’attenzione del Ministero delle Infrastrutture per la necessaria approvazione.
Sulle dighe l’ente consortile ha sempre tenuto la guardia alta, ottenendo tra il 2016 e il 2018 dal C.I.P.E. (Comitato Interministeriale Programmazione Economica) finanziamenti per 8,6 milioni di euro riferiti agli impianti di Mercatale, Castreccioni, San Ruffino, Comunanza e destinati alla manutenzione straordinaria, nonché alla messa in sicurezza.
Lo studio realizzato è utile a valutare gli aspetti sismici sia del corpo diga sia degli elementi accessori ed è stato realizzato da Bonifica Marche Engineering, società dell’ente consorziale. Di 8,6 milioni di fondi, per Comunanza ne sono disponibili 1,5, mentre gli altri sono divisi tra Mercatale (3,5 milioni), San Ruffino (1,6) e Castreccioni (2). Continua così il programma di ammodernamento degli impianti irrigui.
A breve si procederà, sul fiume Tronto, alla sostituzione delle canalette con le condotte a pressione.

LIGURIAFOCUS SULL’INFORMAZIONE REGIONALE

La comunicazione a livello provinciale e regionale è diventato il leitmotiv dell’incontro tenuto dal Consorzio di bonifica Canale Lunense con l’Ordine ligure dei Giornalisti e incentrato principalmente sui temi della Bonifica e dell’irrigazione.
L’occasione l’ha fornita la visita di Filippo Paganini, presidente dei giornalisti della Liguria, alla sede consortile di Sarzana (in provincia di La Spezia). I dirigenti dell’ente consorziale hanno illustrato le attività di gestione del canale Lunense e della rete di distribuzione, utilizzati a fini irrigui e idroelettrici, nonché le opere di cura e Bonifica su fossi e canali, oltre alla conduzione di 2 stazioni idrovore.
È stato evidenziato anche il lavoro attuale e prossimo venturo di ANBI Liguria, puntando soprattutto sui progetti in lizza per i fondi del Recovery Plan. La visita si è conclusa con la consegna a Paganini del libro “La vera storia del Canale Lunense”, scritto dal compianto Pino Meneghini.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
Direttore Responsabile: Massimo Gargano - Registrazione Tribunale di Roma n. 559/98 del 25 novembre 1998
Redazione: Via S.Teresa, 23 - 00198 Roma - Tel. 06/844321 - Fax 06/85863616
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