Anno XXI, n. 10 venerdì, 8 marzo 2019

ANBI:
NON E’ ANCORA ALLARME PER LE CAMPAGNE, MA MOLTA PREOCCUPAZIONE PERCHE’ LO SCENARIO E’ LA GRANDE SICCITA’ DEL 2017.

VINCENZI: “AL NORD ATTIVARE SUBITO I TAVOLI DI CONCERTAZIONE SULL’UTILIZZO DELLE RISORSE IDRICHE.CONCLUDERE SOLLECITAMENTE GLI ITER PROCEDURALI PER AVVIARE I CANTIERI DEL PIANO NAZIONALE INVASI: I BACINI SONO INDISPENSABILI PR TRATTENERE LE PIOGGE”

L’attuale fase di criticità idrica non interessa solo il fiume Po, ma è generalizzata in tutta l’area della Pianura Padana: l’Adige è addirittura sotto il livello minimo, che sfiorano anche i fiumi Enza (portata marzo 2018: mc/sec  5,85; marzo 2019: mc/sec 0,01), Secchia (portata marzo 2018: mc/sec 20,25; marzo 2019: 2,17 mc/sec), Reno (portata marzo 2018: mc/sec  34,9; marzo 2019: mc/sec 6,79).
A renderlo noto è stata l’ANBI (Associazione Nazionale Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue), che segnala anche come la situazione attuale del fiume Po sia in linea con le condizioni della siccità del 2007, più grave di quella del 2017 costata 2 miliardi di euro in danni all’agricoltura.
Le osservazioni degli organi competenti sul più grande fiume d’Italia sono omogenee in tutti punti di rilevazione (Piacenza, Cremona, Boretto, Borgoforte, Pontelagoscuro), indicando afflussi inferiori del 70% in Gennaio e del 40% in Febbraio; nel piacentino, la portata si avvicina progressivamente a quella minima indicata in 400 metri cubi al secondo: attualmente è pari a 482 ma, perdurando le attuali condizioni, si prevede scenda a 432 metri cubi al secondo entro il prossimo 19 Marzo.  Secondo l’ANBI, la situazione preoccupa molto, ma esistono ancora margini temporali, utili per nuove precipitazioni, anche se le previsioni a breve indicano eventi temporaleschi, ma non risolutivi, seppur con temperature in calo verso le medie del periodo.
L’evoluzione prevista ripropone, già nell’immediato, il problema della risalita del cuneo salino lungo il delta del Po, quantificata  in oltre  nove chilometri nel ramo di Pila. I Consorzi di bonifica si stanno comunque  adoperando per creare le riserve idriche, necessarie per rispondere alle esigenze delle campagne in caso di siccità. A destare attenzione è anche la situazione dei grandi laghi lombardi (Maggiore, Como, Iseo), i cui livelli sono ampiamente sotto la media stagionale; in loro soccorso dovrebbe arrivare lo scioglimento del manto nevoso, registrato però scarso a tutte le quote, complici le elevate temperature che, in Febbraio, hanno fatto registrare lo zero termico anche a quote superiori ai 3000 metri. Attualmente il potenziale idrico del  manto nevoso è quantificato in 2 miliardi e 200 milioni di metri cubi, che andranno ad aggiungersi a 900 milioni di metri cubi d’acqua, trattenuti nei grandi laghi e nei bacini montani. Radicalmente diversa è la situazione nelle regioni meridionali ed insulari, dove la presenza di numerosi invasi permette oggi di avere scorte idriche mediamente doppie, rispetto allo scorso anno.
“La situazione in atto – ha concluso il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi – sollecita 2 considerazioni: la necessità di attivare, al più presto, tavoli di concertazione nelle regioni del Nord, per contemperare preventivamente i diversi interessi gravanti sull’utilizzo della risorsa idrica, rispettando le priorità previste dalla normativa, che indica l’uso agricolo dopo quello umano. Il Piano Invasi Straordinario e gli ulteriori investimenti che è necessario attuare sono la risposta che serve al Paese, alla sua economia, all'occupazione.”

PUGLIA: DECISA LA STAGIONE IRRIGUA 2019

Constatata  l‘attuale disponibilità idrica per l’irrigazione, il Consorzio di bonifica Capitanata (con sede a Foggia)  ha disposto l’apertura della stagione irrigua, nei comprensori Fortore e sinistra Ofanto, al 1° Aprile 2019. Con gli invasi quasi tutti alla  massima capienza si guarda alla prossima stagione irrigua con discreta tranquillità per l’approvvigionamento irriguo; non per questo, si abbassa la guardia, anzi sono stati incrementati i controlli e le attività di manutenzione sulla rete, nonché sulle opere di distribuzione per garantire ai contribuenti un servizio più efficace, conservando la stessa tariffazione.
Sulla  base delle richieste pervenute dal comparto agricolo e compatibilmente con le necessità tecniche manutentorie,  l’ente consortile ha inoltre disposto che, qualora si raggiungesse prima l’approntamento  della rete, si potrà dare corso all’irrigazione in anticipo rispetto alla data fissata.

MARCHE: IRRIGAZIONE:  TARIFFE PIU’ BASSE DEL PASSATO ED INVARIATE SUL 2018

Il Consorzio di bonifica Marche (con sede a Pesaro) ha spedito  i bollettini di pagamento, relativi al servizio d’irrigazione per  l’anno 2019. Gli agricoltori dei 5 comprensori irrigui (Foglia, Musone, Tenna, Aso e Tronto) possono provvedere al pagamento entro il 30 Marzo p.v. . Grazie alla riorganizzazione del sistema nel 2014, le tariffe si sono ridotte e quelle di quest’anno sono invariate rispetto al 2018.
La netta riduzione dei costi di gestione, dovuta ad operazioni mirate come, ad esempio, l’installazione dei contatori, non è l’unico aspetto, cui l’ente consortile sta lavorando: uno dei primi obbiettivi nel medio periodo sarà l’efficientamento del servizio attraverso l’ammodernamento degli impianti; su questo fronte, però, sarà decisivo il contributo della Regione Marche.

TOSCANA: 8 MARZO: LA BONIFICA E’ ANCHE DONNA

La Bonifica è… anche rosa. Se, almeno nell’immaginario collettivo, è prevalentemente maschile il mondo  popolato di escavatori,  decespugliatori, trattori, che si occupa quotidianamente di argini, briglie, cateratte, alvei e sponde,  va segnalata però  un’eccezione, di cui essere orgogliosi: al Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno (con sede ad Arezzo) le donne sono 14 e gli uomini 12, ma non solo:  la parità di genere è sostanziale, scorrendo l’organigramma. 
Ogni donna ha una storia diversa, ma un’ unica, comune passione:  la cura “ecocompatibile” dell’ambiente fluviale  con l’obbiettivo di preservare la funzionalità idraulica, salvaguardando  l’habitat naturale. Così nella giornata dell’ 8 Marzo, in cui si celebrano le battaglie di genere per il diritto al lavoro, per l’equiparazione delle retribuzioni, per le pari opportunità nella carriera, l’ente consortile, con sede ad Arezzo, è un esempio positivo.

VENETO: DUPLICE OBBIETTIVO RAGGIUNTO

Il Consorzio di bonifica Bacchiglione (con sede a Padova) ha terminato i lavori sullo scolo Prolungamento Saverga per la messa in sicurezza idraulica della frazione Liettoli, nel comune di Campolongo Maggiore.
L’intervento ha previsto lo scavo del canale con l’abbassamento della quota di fondo di circa cinquanta centimetri con un aumento del volume di invaso del canale di circa millecinquecento metri cubi, permettendo un corretto deflusso delle acque oltre all’espurgo ed alla sistemazione delle sponde del canale per un tratto circa un chilometro e mezzo. L’obbiettivo raggiunto è quello di liberare dagli allagamenti la zona est di Liettoli e la zona industriale di Campolongo Maggiore, facendo defluire le acque raccolte nello scolo Saverga; un ulteriore vantaggio è fornire acqua destinata all’irrigazione delle aree circostanti. Ora, però, si chiede ai privati di mantenere puliti i fossi.

TOSCANA: LA VALLE DEL CORNIA E’ IDRAULICAMENTE PIU’ SICURA

Sono stati collaudati i lavori relativi al progetto di manutenzione straordinaria alle arginature del fiume Cornia, in Località Roviccione nel comune di Campiglia Marittima. L’importante progetto, approvato nel 2017 dal Consorzio di bonifica 5 Toscana Costa (con sede a Venturina Terme, in provincia di Livorno), è finalizzato ad assicurare sicurezza idraulica agli abitati della valle del corso d'acqua.
Si tratta di un impegno corposo sia per investimento (€ 6.500.000,00) che per tipologia di intervento. Grazie al lavoro dell’ente consortile e dei molti, che hanno collaborato, prima tra tutti la Regione Toscana che ha  finanziato l'intervento, adesso la Valle del Cornia è più sicura: gli argini sono alti e resistenti, il monitoraggio e la sorveglianza sono precisi ed attenti.

EMILIA ROMAGNA: INTERVENTO STRUTTURALE SU SIFONE

Il Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella “città ducale”) ha portato a termine l'intervento di spurgo e sistemazione strutturale del sifone sottostante il torrente Recchio, nel comune di Fontevivo. Il sifone, a servizio del canale di Bianconese, che preserva un territorio di 400 ettari, è stato oggetto di un’operazione di pulizia con escavatore “a risucchio idraulico” per estrarre il materiale depositato sul fondo.
Successivamente è stata effettuata una stuccatura per evitare nuovamente perdite di acqua.

FRIULI VENEZIA GIULIA: RIUNITE LE CONSULTE TERRITORIALI

Si sono conclusi a San Giorgio di Nogaro, con la riunione delle 3 consulte territoriali (Bassa pianura orientale, Bassa pianura centrale, Bassa pianura occidentale,) gli incontri che il Consorzio di bonifica Pianura Friulana (con sede ad Udine) ha tenuto nel comprensorio  per illustrare i programmi, attività, opere realizzate e la situazione economico-finanziaria generale.
Nove in tutto le consulte, “organi sentinella” che l’ente consortile ha attivato per primo in Italia e che rappresentano un prezioso strumento di partecipazione ed informazione; ne fanno parte i Sindaci dei Comuni nell’ambito del territorio di competenza consortile ed i consorziati in rappresentanza sia della parte irrigua che idraulica. Nella riunione, che si è tenuta nel Municipio di San Giorgio di Nogaro, i temi toccati sono stati l’irrigazione e l’approvvigionamento idrico, i cambiamenti climatici, la difesa idraulica e la salvaguardia del territorio, la tutela delle acque, le opere e gli investimenti a favore degli agricoltori e della comunità. Anche in questo incontro si è registrata piena sintonia sia con la Regione Friuli Venezia Giulia che con le Amministrazioni Comunali nell’affrontare le problematiche relative al territorio. Il bilancio dell’ente consorziale pareggia a 17 milioni di euro, cifra alla quale i consorziati partecipano per il 53% con canoni rimasti invariati dal 2013.
Attraverso la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili si compensano i consumi energetici necessari per le attività consortili; la produzione di energia elettrica (nel 2019 si prevede possa raggiungere i 19 milioni di kilowattora) è realizzata grazie a 6 centrali idroelettriche e ad alcuni impianti fotovoltaici  (costruiti con fondi consortili), che assicurano entrate superiori a due milioni di euro annui. Il programma annuale e triennale dei lavori comprende circa un centinaio di interventi. I progetti, la maggior parte dei quali dispone già della copertura finanziaria, riguardano l’irrigazione, la Bonifica e la gestione idraulica del territorio.
La necessità di affrontare la problematica dei cambiamenti climatici è stato il tema al centro dell’intervento finale, svolto dall’assessore regionale all’ambiente, Fabio Scoccimarro.

VENETO: ATTO VANDALICO CONTRO UN PROGETTO COLTURALE INNOVATIVO

Un progetto ed un modello che funzionano, ma che evidentemente danno fastidio a qualcuno: è quanto si può desumere dal brutto atto di vandalismo, che ha causato un grave danno ad un filare di piante del progetto “InBioWood” lungo la Fossa Maestra, in comune di Villa Bartolomea. Il progetto è realizzato dal Consorzio di bonifica Veronese (con sede nel capoluogo scaligero): un esperimento innovativo di coltivazione di piante da legna, con la messa a dimora di 25 ettari di piantagioni policicliche permanenti  e 45 chilometri di siepi lungo i fiumi Tartaro, Tione nelle Valli, Menago, Tregnon, Bussè e, appunto, Fossa Maestra. Si tratta, tra l’altro, di un progetto cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito dello strumento “LIFE – Politica Ambientale & Governance”.
Le piantagioni realizzate nell’ambito del LIFE+ InBioWood costituiscono, di fatto, un catalogo a cielo aperto, in grado di mostrare oltre settanta differenti schemi d’impianto, da cui Consorzi di bonifica, enti pubblici ed imprenditori agricoli potranno trarre spunto per replicare l’esperienza in altri contesti territoriali. Questo progetto ha un valore significativo, essendo attività utile per l’ambiente e possibile fonte di guadagno per gli agricoltori: un lavoro, che ha portato anche alla realizzazione di un manuale di coltivazione.
Quello creato nella bassa veronese  è un modello innovativo che, oltre alla produzione di legno, favorisce l’aumento della biodiversità, riduce la presenza di inquinanti nei corsi d’acqua, aumenta la fissazione dell’anidride carbonica e consente di mettere in atto azioni di sensibilizzazione e divulgazione: un modello, che funziona, tanto che il numero di piante, che muoiono è inferiore al 5%, con una buona riuscita delle piantagioni, sia dal punto di vista dell’attecchimento che della funzionalità ecologica.
Evidentemente, però, a qualcuno questo progetto non piace, tanto che qualche giorno fa gli operatori consorziali, recatisi lungo la Fossa Maestra in località San Zeno di Valle in comune di Villa Bartolomea per monitorare l’andamento delle piantagioni, hanno fatto la brutta scoperta di un tratto lungo oltre duecentocinquanta metri, dove un centinaio di piante era stato tagliato alla base: un’azione grave che ha colpito, oltre al lavoro dell’ente consortile, l’intera comunità e l’idea stessa di coltivazione sostenibile.

LOMBARDIA: PARTE IL PROGETTO ARETÈ

Elevata urbanizzazione ed agricoltura intensiva frammentano in maniera preoccupante gli habitat naturali, non consentendo alle specie di muoversi nel proprio ambiente: una condizione diffusa in diverse aree della pianura padana e che rischia di minare il delicato equilibrio tra natura e attività antropiche. Per fermare la perdita di habitat e valorizzare i benefici offerti dall’acqua negli ambienti rurali tra Piemonte e Lombardia, prende avvio  il progetto “ARETÈ - ACQUA IN RETE: gestione virtuosa della risorsa idrica e degli agroecosistemi per l’incremento del capitale naturale” con interventi di riqualificazione ecologica su un’area, che ha come fulcro la Valle del Ticino, ma si estende verso Ovest fino colline novaresi  (nelle zone ricomprese nella Riserva MAB UNESCO Ticino Valgrande Verbano), scende verso la Lomellina, mentre ad Est raggiunge l’Alto Milanese.
Il territorio include numerose aree protette, quali i 2 parchi, che tutelano il fiume Ticino in sponda lombarda e piemontese, diversi siti della Rete Natura 2000 oltre ad alcuni PLIS e all’Oasi WWF di Vanzago.  Il progetto triennale, cofinanziato da Fondazione Cariplo nell’ambito del bando “Capitale Naturale 2018”, è guidato dal Parco Lombardo Valle del Ticino e può contare sulle competenze di un ampio gruppo di partner, tra cui  l’Associazione Irrigazione Est Sesia (con sede a Novara) ed il Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi (con sede a Milano). Il progetto prevede innanzitutto una generale ottimizzazione della circolazione dell’acqua per permettere un incremento diffuso della biodiversità ed un migliore approvvigionamento da parte delle realtà agricole. Particolare attenzione verrà rivolta a quegli interventi idraulici, che uniranno la completa funzionalità ecologica ad un migliore inserimento nel paesaggio tradizionale. 
Gli interventi saranno declinati a seconda delle caratteristiche del territorio: saranno create o recuperate aree umide, verranno incrementate le superfici gestite a marcita o prato allagato, si promuoverà la realizzazione di prati fioriti e tessere agroambientali (piccole macchie prative/arbustive), si interverrà per riqualificare ampie superfici boscate. Il lato innovativo del progetto Arete è la quantificazione dei servizi ecosistemici, derivanti dagli interventi, vale a dire tutti quei benefici, che gli ecosistemi naturali apportano al genere umano come, per esempio, la depurazione dell’acqua o l’impollinazione. Durante il progetto verranno anche organizzate attività di “disseminazione”, rivolte alle comunità locali ed alle realtà attive sul territorio, quali aziende agricole, associazioni, amministrazioni comunali, scuole,  con il duplice obbiettivo di illustrare i vantaggi legati ad una buona gestione delle risorse naturali e di creare una forte sinergia per garantire un presidio continuo degli interventi realizzati.
L’acqua è l’asse portante del progetto, in quanto risorsa primaria, che sostiene la biodiversità oltre a ricoprire il ruolo di “rete stradale” per molte specie selvatiche; altrettanto importante è la funzione agricola e paesaggistica. Per questo, il progetto si pone l’obbiettivo di attuare strategie di utilizzo efficiente dell’acqua, contrastando gli sprechi ed intervenendo sugli aspetti funzionali, strutturali ed ecologici del reticolo idrico. “Arete” rappresenta un’ulteriore declinazione della multifunzionalità dell’acqua, che gli enti  consorziali regolano e distribuiscono per finalità, che vanno ormai ben oltre l’irriguo. Sono queste le sfide, che stanno ridisegnando la natura dei Consorzi di bonifica all’insegna della sostenibilità e della salvaguardia dell’ambiente.

EMILIA ROMAGNA: INVITO ALLA MOSTRA

Dopo 2.000 anni,  un’esposizione in Palazzo Farnese a Piacenza fa rivivere la storia di Annibale, antico condottiero cartaginese che, con i suoi elefanti ed un esercito di 40.000 uomini, fece soccombere in battaglia 15.000 soldati, spingendoli verso il fiume Trebbia.
La mostra su Annibale, visitabile fino al 17 Marzo p.v., offre la possibilità di ripercorrere le vicende del grande condottiero, che osò sfidare Roma. “Per Annibale l’acqua fu di vitale importanza come la è ancora oggi per noi “ ha commentato, in una nota il  Consorzio di bonifica Piacenza (con sede in città), che ha invitato tutti i piacentini a visitare l’esposizione.
 

GARGANO E VINCENZI A PALMANOVA

Il Presidente, Francesco Vincenzi ed il Direttore Generale ANBI, Massimo Gargano, interverranno nella mattinata di martedì 12 Marzo p.v. all’incontro su “Prospettive e opportunità del settore della bonifica”, organizzato a Palmanova da ANBI Friuli Venezia Giulia; ne sarà sede la Sala della Loggia.

 
Per maggiori approfondimenti www.anbi.it
SETTIMANALE DELL´ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSORZI DI GESTIONE E TUTELA TERRITORIO E ACQUE IRRIGUE
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